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7 Febbraio 2025

Cerealto 2018: il bianco resistente che nasce a 700 metri di quota

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Cerealto nasce ai piedi delle Piccole Dolomiti da PIWI, “pilzwiderstandsfähig” in tedesco, le viti resistenti alle malattie funginee. Un bianco fermo IGT da blend di uve johanniter (60%) e bronner (40%) coltivate a 700 metri di altitudine dall’azienda Terre di Cerealto, tra le prime realtà in Veneto a credere e a piantare solo resistenti.
Prodotto per la prima volta nel 2017, Cerealto oggi è disponibile nell’annata 2018.

“La seconda annata di un vino è sempre la più difficile – spiega Massimo Reniero, fondatore di Terre di Cerealto assieme a Silvestro Cracco – soprattutto quando la precedente è andata bene come nel caso del Cerealto 2017. Nel millesimo 2018 le condizioni climatiche sono state estremamente favorevoli e la perfetta maturazione delle uve ha esaltato le loro peculiarità: carattere e personalità per lo johanniter e finezza ed eleganza per il bronner. I mosti sono stati generosi e i nuovi vini hanno dimostrato da subito grande struttura. L’elevage sulle fecce fini ci ha permesso di preservarne la freschezza e di aumentare la complessità”.

L’etica di Terre di Cerealto si è sempre rivolta al pieno rispetto del fragile ecosistema pedemontano e, al momento della selezione dei vitigni da allevare in questo terreno d’altura, la scelta è spontaneamente ricaduta sui PIWI. Grazie all’elevata tolleranza dei vigneti resistenti alle malattie, la maggior parte dei trattamenti fitosanitari è stata eliminata mentre vengono utilizzati solamente principi attivi di origine naturale, estratti vegetali, microrganismi o insetti utili, che favoriscono la sostenibilità ambientale.

Cerealto 2018

Le uve, raccolte a mano in cassetta, vengono vinificate separatamente per ogni singolo appezzamento, mentre l’affinamento consiste in sette mesi sulle fecce fini e sei mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Il risultato è un vino aromatico e dall’acidità vibrante, equilibrato e perfetto da aperitivo o in abbinamento a piatti a base di pesce, in particolare crudo, e verdure fresche. L’avvolgenza al palato data dal parziale affinamento in barrique permette anche l’accostamento con piatti più strutturati come carni bianche e torte salate.

Lo johanniter è un vitigno a bacca bianca ottenuto nel 1968 in Germania da un incrocio di diversi Riesling. La vendemmia è precoce e le viti si caratterizzano per una produzione elevata e per grappoli di medie dimensioni, che nel momento di piena maturazione assumono un colore giallo-verde con piccoli punti neri sulla buccia. I sentori sono intensi, fruttati e bilanciati da una nota di acidità. In bocca ricorda pinot grigio e riesling grazie alle note di mela cotogna, pera e mandarino, mentre il retrogusto può essere leggermente speziato.

Il bronner invece è nato in Germania nel 1975 dall’incrocio del vitigno merzling con il sankt laurent. Uva a bacca bianca vigorosa, particolarmente resistente alla peronospora e all’oidio, in grado di donare vini di buona struttura e di media acidità. Al naso presenta sentori fruttati, di limone e frutti esotici, ma anche di miele, mentre in bocca ha una buona nota minerale e si caratterizza per una lunga persistenza.

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