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Anno 1954. La richiesta è fatta da Guido Berlucchi, un gentiluomo di campagna che possiede case, terreni e vigneti a Borgonato, in quella Franciacorta allora conosciuta solo da chi viveva da quelle parti. Lisander è Alessandro Borghesi, tipico mediatore dalle parti di Rovato, serio e che ispira fiducia, baffetti alla Clark Gable, cappellaccio messo di sbieco sui capelli impomatati di brillantina. “Ma certo, risponde, c’è il figlio di Arturo Ziliani che si è appena diplomato alla scuola di Enologia di Alba!”. Guido Berlucchi conosceva Arturo Ziliani che proveniva da una famiglia di commercianti di vini. Stimando la persona, chiese un colloquio con il figlio Franco: lo spumante in Franciacorta è nato così. Dall”incontro al mercato di Rovato, un freddo mattino, nell’inverno del 1954, fra Guido Berlucchi e un enotecnico fresco di diploma, Franco Ziliani. Nessuno forse poteva prevedere che Ziliani, mentre si occupava dell’imbottigliamento (una pratica poco comune in un’epoca di vini sfusi) s’innamorasse del borgo medievale di Borgonato, dei vigneti di Pinot Bianco coltivati ai piedi del castello, delle cantine sotterranee che risalivano ad un paio di secoli prima. In quelle strutture vede la possibilità di realizzare una valida alternativa allo champagne. Ne parla con Guido Berlucchi il quale rimane affascinato dall’entusiasmo del giovane e si lancia con lui a capofitto nell’impresa coinvolgendo anche l’amico Giorgio Lanciani. L’impresa è quasi disperata, perché in zona, ma anche nel resto d’Italia, non esistono o quasi strumenti, attrezzature e materiali adatti alla spumantizzazione: le pupitre non si trovano, i tappi in metallo non resistono alla pressione e lasciano colare il vino dalle bottiglie. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, vari viaggi in Francia, lo scetticismo di molti, finalmente le prime 3.000 bottiglie della vendemmia 1961 presentano caratteristiche che Ziliani aveva in mente. Pochi fortunati che riescono ad assaggiarle rimangono sorpresi dalla qualità e dalla piacevolezza del vino, che Ziliani battezza Pinot di Franciacorta, méthode champenoise. Il resto è storia recente: l’apprezzamento dei consumatori fa rapidamente assumere alla Berlucchi le dimensioni di un’azienda medio-grande nel panorama enologico italiano, con 5 milioni di bottiglie prodotte nell’ultimo anno, un fatturato di oltre 33 milioni di euro e una sessantina di dipendenti.