Località Casato, 17 - 53024 Montalcino (Siena)
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Donatella Cinelli Colombini è nata in uno dei casati storici del Brunello, i Cinelli Colombini, e ha vissuto in prima persona, l’affermazione internazionale di questo vino. Nel 1998 ha lasciato l’azienda di famiglia per crearne una sua ristrutturando due proprietà dei genitori: il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Trequanda a Sud del Chianti. Tanti investimenti da fare ma anche una piccola e preziosa scorta di futuro Brunello 2003,4,5,6 e 2007 per iniziare la creazione di un brand. Erano dunque queste piccole quantità di vino ancora in botte la cosa più preziosa per costruire la nuova azienda e Donatella si mise alla ricerca di un cantiniere che le curasse. Telefonò all’Istituto Agrario Ricasoli di Siena dove c’è un’ottima scuola superiore di enologia chiedendo <<avete un buon enotecnico fra i vostri studenti?>>. La risposta della vicepreside fu simile a una doccia fredda <<Cara Signora bisogna prenotarlo in anticipo … forse fra qualche anno…>>. Il giorno dopo Donatella ritentò con una domanda diversa <<Ma una brava enotecnica donna, fra i vostri studenti, ci potrebbe essere?>> e la risposta fu completamente diversa <<Certo, ne abbiamo parecchie, alcune sono state le migliori del loro corso, e vorrebbero sicuramente dirigere una cantina come la sua perché nessuno le vuole come cantiniere capo>>. Per Donatella fu la scoperta di una discriminazione così antica, così diffusa, così “normale” da diventare invisibile.
La cantina Casto Prime Donne a Montalcino
Da questo episodio nasce il progetto Prime Donne, l’idea di creare una cantina con un organico di sole donne che dimostrasse come la produzione di grandi vini non ha bisogno di grandi muscoli ma di cervello e passione come quelle che hanno le donne. Il Casato diventa “Casato Prime Donne” e nasce come prima cantina con organico interamente femminile compresa la cantiniera Barbara Magnani e la consulente Enologa Valerie Lavigne. Oggi esporta in 34 Paesi del mondo e ottiene un consenso sempre più forte e convinto da parte della stampa specializzata internazionale. Ovviamente nei 16 ettari di vigneto di sangiovese del Casato Prime Donne lavorano anche uomini. L’azienda non è sessista, anzi si fonda su valori contrari a ogni discriminazione. Ed è proprio nei vigneti che è stato costruito il successo del vino grazie a suoli molto con argille marine di età geologica molto antica e al global warming che ha enormemente accresciuto il potenziale qualitativo dell’uva.
Il Progetto Prime Donne ha anche altre parti: il Brunello di Montalcino Prime Donne, primo vino a lungo invecchiamento dedicato a consumatrici donne. Quasi una sfida, nata in un’epoca (1998) in cui gli esperti assaggiatori di vino e i degustatori delle guide italiane erano uomini. In realtà il Brunello Prime Donne ha ottenuto un successo di critica e di pubblico a livello internazionale conquistando soprattutto i palati maschili. Per selezionarlo, all’interno della produzione aziendale, una o due volte l’anno viene riunito un pannel di super esperte: la Pr italo americana Marina Thompson, l’enotecaria tedesca Astrid Schwarz, una delle migliori sommelier italiane Daniela Scrobogna e la Master of Wine Rosemary George. Ultima e più importante parte del progetto è il Premio Casato Prime Donne che ogni anno viene assegnato a giornalisti e fotografi che meglio raccontano il territorio di Montalcino e a una donna che esprima valori e professionalità proponendosi come nuovo modello di femminilità. Donne come l’astronauta Samantha Cristoforetti, l’astrofisica Sandra Savaglio oppure la sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. Ciascuna ha lasciato una dedica nei vigneti e nella cantina Casato Prime Donne. Accanto a ogni frase c’è un’istallazione di arte contemporanea che valorizza un artista toscano e arricchisce di nuovi significati la bellissima campagna della Val d’Orcia patrimonio dell’Umanità Unesco. Il Casato Prime Donne è aperto al pubblico e offre una bellissima esperienza del vino e del territorio: fra le botti ci sono affreschi con la storia di Montalcino e nella sala da degustazione ci sono le foto vincitrici delle 17 edizioni del Premio Casato Prime Donne. Questa grande attenzione all’accoglienza dei visitatori non deve stupire; Donatella è stata fra i promotori del turismo del vino in Italia, nel 1993 ha inventato la giornata Cantine aperte ed ha scritto due libri di argomento tecnico: il Manuale del turismo del vino (2003) e il Marketing del turismo del vino (2007).
La Fattoria del Colle a sud del Chianti
Anche nell’altra cantina, quella della Fattoria del Colle la proposta enoturistica è curata nel dettaglio e permette ai wine lovers di apprezzare il Chianti Superiore, le Doc Orcia Cenerentola e Leone Rosso, il Supertuscan Il Drago e le 8 colombe, il Vin santo, il Passito e gli altri vini che provengono dai 18 ettari di vigneto dell’azienda. La bottaia è nel sotterraneo della villa cinquecentesca e comprende l’infernotto con le bottiglie di Brunello antiquario e la vinsantaia ricavata nel sottotetto. Sono invece moderne le parti destinate alla vinificazione e alla confezione del vino. La Fattoria del Colle è una grande proprietà di 337 ettari a Sud del Chianti, in uno dei territori paesaggisticamente più belli e intatti della Toscana. Somiglia a un piccolo borgo con villa padronale e Cappella circondate dalle case degli antichi contadini. Oggi è stato trasformato in agriturismo con 18 appartamenti camere con bagno e ville, ristorante, scuola di cucina, centro benessere, 3 piscine, campo da tennis, 3 parchi attrezzati e 5 itinerari di trekking. Anche in questa azienda Donatella Cinelli Colombini ha voluto creare qualcosa di diverso e capace di distinguersi dal panorama italiano. Gli appartamenti sono arredati con mobili di piccolo antiquariato locale, la cucina del ristorante cucina antiche pietanze locali che Donatella ha voluto raccogliere in piccoli ricettari e ogni giorno viene organizzata un’attività che, trasforma i turisti in toscani. Anche nel vino l’elemento di identità locale è un punto centrale e la Fattoria del Colle ha recuperato un antico vitigno senese, il “Foglia tonda” facendone l’elemento distintivo del vino Cenerentola Doc Orcia.