Località Casa Benna - 29014 Castell'Arquato (Piacenza)
Telefono: +39 0523803356 - Fax: +39 0523803356
website - email - eshop - facebook - instagram
Casa Benna è una consolidata tappa per ogni enoturista che in Emilia Occidentale è attratto anche dall’incantevole borgo medioevale di Castell’Arquato (PC). Un’amena collina con 10 ettari a vigneto fa da sfondo alla casa padronale del ‘700, sede dell’Azienda di proprietà della famiglia Molinari dal 1916. L’ordine e le morbide geometrie qui emanano una sensazione di armonia diffusa in questo angolo di Emilia, a soli 5 minuti dal casello autostradale A1 di Fiorenzuola.
Il concetto del “cru” è applicato da decenni. Nella fase di impianto del vigneto vengono lasciate varie aperture laterali ogni 30 m di filare . Grazie ad una attenta vendemmia manuale si separano così più agevolmente le singole porzioni di vigneto raggruppandole per parametri qualitativi omogenei, valorizzando in tal modo quelle posizioni a più ridotta vigoria che danno vini di alta concentrazione ed intensità.
Questa imprescindibile premessa svela la doppia anima del Gutturnio, uvaggio di barbera e bonarda, che è proposto sia frizzante che fermo: uno con carattere fruttato giovane “il garrito” e l’altro che si esprime meglio dopo un medio-lungo affinamento “Vidarò” e “Punctatum”.
Le argille ferrettizzate tipiche dei terreni della val d’Arda e le rese per ettaro sempre ampiamente rispettose del disciplinare, danno vini rossi di buon volume e ampiezza. In vigna viene applicato il criterio della lotta integrata, con una corretta alternanza di principi attivi per evitare l’accumulo di metalli pesanti nel terreno (rame) e senza l’impiego di diserbanti. All’occorrenza si pratica il diradamento dei grappoli di barbera, un vitigno solitamente generoso.
Da più di 30 anni si effettua il recupero degli scarti di potatura , “vidarò” in dialetto Piacentino, per una valorizzazione termica durante la stagione fredda successiva. Dalla legnaia in estate escono i tarli specie”Anobium Punctatum”, che naturalmente si cibano dei sarmenti, e quando sfarfallano sono preda di dozzine di rondini che si sfamano emettendo un garrito di apprezzamento . E’ così spiegata la genesi dei nomi delle tre tipologie di Gutturnio.
In cantina il controllo della temperatura e dell’evoluzione organolettica delle singole botti è costante, con leggeri interventi mirati ad ottenere il miglior equilibrio tra l’intensità del frutto e la piacevolezza di beva. Come bianchi, oltre che con l’Ortrugo secco frizzante, vitigno autoctono delle colline piacentine, l’azienda emerge con la Malvasia secca ferma, che valorizza egregiamente piatti a base di pesce, crostacei e verdure. Nel suo nome “Luce di Selce” viene celebrato un particolare sasso, sagomato ad arte, risalente al neolitico, che è affiorato nel vigneto durante i lavori di impianto. Ricco dunque di fascino evocativo, emblema di un legame con la terra che qui si respira quotidianamente.