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La Cantina di Monteforte viene costituita nel marzo del 1952 come consorzio fra 80 viticoltori della zona, legati dall’amore per la terra e per la vite, in una solatia zona collinare, vocata al vino di qualità e alla sua massima tutela. Ai giorni nostri, la Cantina di Monteforte conta ben 610 soci con 1200 ettari di vigneto di cui l’80% D.O.C. La Cantina di Monteforte si trova all’imboccatura della Val d’Alpone famosa nel-mondo per i fossili di Bolca e per il Soave Classico. I terreni da cui provengono le uve sono prevalentemente collinari di origine vulcanica e danno ai vini un sapore inconfondibile. L’esposizione dei vigneti e il clima mite e temperato completano l’armonia e la delicatezza del bouquet con sentori floreali che vanno dal sambuco, all’acacia e al biancospino, con richiami di violetta. La sensazione amarognola della mandorla e un corpo longilineo e continuo sono le caratteristiche salienti che danno fluidità a questo vino.
La Cantina di Monteforte, partendo da queste caratteristiche naturali, completa l’opera con una accurata selezione di vigneti e, per la linea “I Vini del Chiostro” anche delle uve all’interno degli stessi. Un discorso particolare merita poi il Recioto di Soave, primo D.O.C.G. del Veneto. Questo vino deriva da un’accurata cernita dei migliori grappoli di Gargane-ga raccolti con leggero anticipo rispetto alla vendemmia normale che vengono messi ad appassire in appositi locali ventilati per circa cinque mesi (ottobre-febbraio). Ne deriva un vino dolce da dessert dal sapore caldo e avvolgente e dal profumo complesso, floreale che può evolvere nello speziato. La vinificazione e la cura con la quale vengono preparati i vini sono frutto di grande tecnologia strettamente legata alla tradizione. I riconoscimenti nei vari concorsi nazionali e intemazionali e gli apprezzamenti di quanti hanno l’occasione di avvicinarsi ai vini della Cantina di Monteforte spingono i responsabili a continuare nell’impegno di un costante miglioramento vuoi attraverso il recupero di antichi vitigni abbandonati, ma qualificanti come il Trebbiano di Soave, vuoi, attraverso la messa a dimora di nuovi vitigni internazionali con sistemi di allevamento finalizzati al massimo risultato qualitativo.