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5 Marzo 2025

Completato lo studio di zonazione dei vigneti di Tenuta di Artimino

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Il percorso di valorizzazione della Tenuta di Artimino ha preso avvio nel 2022 con l’importante studio di zonazione dell’intera tenuta viticola, un progetto strategico che ha visto la collaborazione del dott. Luca Toninato e dell’esperto di zonazioni Stefano Pinzauti, precursore della materia in Italia. Questo studio rappresenta il primo tassello di un ambizioso piano di sviluppo che punta alla crescita internazionale dei vini della Tenuta e alla valorizzazione dell’intero ecosistema agricolo, che si estende su oltre 700 ettari tra vigneti, oliveti, boschi e terreni coltivati.

Parallelamente alla zonazione, la Tenuta ha avviato un percorso di certificazione della sostenibilità: dopo aver ottenuto la certificazione di processo SQNPI per la produzione viticola e olivicola, è ormai in fase conclusiva il processo di certificazione EQUALITAS, a conferma dell’impegno della famiglia Olmo per una gestione agricola responsabile e innovativa.

La Tenuta di Artimino, con la sua storica Villa Medicea del 1596, rappresenta un patrimonio unico nel panorama vitivinicolo toscano. Oggi, sotto la guida della terza generazione della famiglia Olmo, si apre un nuovo capitolo, improntato su innovazione, sostenibilità e qualità. Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo hanno scelto di investire su un progetto strutturato, avvalendosi di esperti di fama internazionale come il Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, responsabile della ricerca vitivinicola, Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale e Presidente di Assoenologi, e Vincenzo Ercolino, manager con una consolidata esperienza nel mondo del vino.

“Sono orgoglioso di far parte di questa squadra” ha dichiarato Riccardo Cotarella “la Tenuta di Artimino rappresenta un patrimonio straordinario, dove la storia del vino affonda le radici in epoca etrusca e si intreccia con la visione illuminata della famiglia Medici. La famiglia Olmo ha saputo raccogliere questa eredità con rispetto e lungimiranza, coniugando tradizione e innovazione attraverso una viticoltura responsabile e sostenibile”.

Le prove di vinificazione effe uate, per tre anni di fila, dal team di Riccardo Cotarella hanno consen to di accoppiare i da rileva dalle indagini pedologiche con i risulta in can na così da determinare una vera e propria mappa delle potenzialità delle vigne di Armino.

Un progetto innovativo per esaltare il terroir

Lo studio di zonazione, durato quasi due anni, è stato condotto con metodologie avanzate, tra cui analisi tradizionali e strumenti satellitari di ultima generazione. Questo lavoro ha permesso di approfondire la conoscenza delle caratteristiche pedoclimatiche della Tenuta di Artimino, situata all’interno del Barco Reale, l’antica riserva di caccia dei Medici. Ne è emersa una grande ricchezza di suoli e microclimi, con una straordinaria biodiversità che comprende oltre 26 varietà di vitigni. Anche il comparto olivicolo è stato oggetto di analisi e valorizzazione, con l’obiettivo di sviluppare una nuova linea di oli di altissima qualità fortemente legati alla tradizione agricola della Tenuta.

Su queste basi è nato “CENTO OLIVI” l’Olio Extravergine di Oliva IGP che riprende la passione e la conoscenza della contessa Carolina Sommaruga Maraini, che nel 1911, quando era proprietaria di Artimino, riconobbe il valore delle 318 piante di olivo, varietà Mignola, disposte nella Tenuta tra la località Poggilarca e il borgo di Poggio alla Malva. Oggi come allora, le olive di queste maestose piante centenarie danno vita a un olio straordinario caratterizzato dalla raccolta manuale e dalla spremitura a freddo per preservare la qualità eccezionale del prodotto. Al naso porta i profumi della campagna di Artimino, si distingue per i suoi intensi sentori erbacei e le note di carciofo mentre al palato offre un equilibrio armonico tra amaro e piccante, con un finale elegante e persistente.

“Vogliamo che Artimino cresca insieme al suo territorio” afferma Annabella Pascale “abbiamo un grande passato alle spalle e guardiamo al futuro con ambizione. Nella tarda primavera presenteremo la nostra nuova linea premium di vini monovarietali e al prossimo Vinitaly Riccardo Cotarella svelerà alcune delle nuove etichette in anteprima.”

Zonazione dei vigneti di Tenuta di Artimino

La ricerca in ambito agrario e vitivinicolo continuerà a essere un punto cardine della strategia della Tenuta, supportata anche dagli studi della Fondazione Giuseppe Olmo, nata a fine 2024 e dedicata alla memoria del grande campione di ciclismo e imprenditore Giuseppe Olmo, che acquistò la tenuta nel 1980. Con 78 ettari vitati, la Tenuta di Artimino rappresenta una realtà di primo piano nelle denominazioni DOCG Carmignano e DOC Chianti Montalbano. I vitigni storici della Tenuta includono il Sangiovese, presente fin dal XVII secolo come attestano fonti storiche medicee, il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon (noto come “uva francesca”, introdotta in Toscana da Caterina de’ Medici).

Recentemente, la ricerca ha portato alla riscoperta di vitigni rari come il Petit Manseng, che, grazie all’intuizione di Riccardo Cotarella, è stato inserito nel blend del nuovo Artumes 2023, un bianco a base di Trebbiano, caratterizzato da una freschezza e complessità aromatica senza precedenti. Molti altri i vitigni di origine francese presen ad Armino tra cui lo Chardonnay ed il Sauvignon per i bianchi ed il Pe t Verdot ed il raro Carmenere per i rossi.

“Questo progetto nasce dalla volontà di elevare l’intera Tenuta” conclude Annabella Pascale “abbiamo già rinnovato e riposizionato la nostra hotellerie di alto profilo, affidandone la gestione al gruppo Meliá. Ora lavoriamo per far emergere tutta la ricchezza di questa terra straordinaria.”

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