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22 Gennaio 2025

Vino vegano, cosa significa?

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Un vino vegano è un vino prodotto senza l’utilizzo di prodotti di origine animale in nessuna fase del processo di vinificazione. Sebbene il vino sia fatto principalmente da uva, durante la fase di chiarificazione, che serve a rimuovere impurità e rendere il vino limpido, vengono spesso utilizzati agenti chiarificanti di origine animale come albumina d’uovo (proteina derivata dall’uovo), caseina (proteina del latte), colla di pesce (ottenuta dalle vesciche natatorie dei pesci) o gelatina (derivata da ossa o pelle di animali).

Nei vini vegani, invece, questi prodotti vengono sostituiti con alternative vegetali o minerali, come bentonite (un’argilla naturale), proteine vegetali derivate da piselli o patate, oppure carbone attivo, un prodotto minerale. Un vino vegano è solitamente certificato da enti terzi che garantiscono il rispetto di queste pratiche e riporta spesso in etichetta l’indicazione “vegan” per facilitarne il riconoscimento.

Il vino vegano è un vino per tutti

Un vino vegano, come è facile immaginare, è pensato per chi segue una dieta vegana o uno stile di vita che esclude l’uso di prodotti di origine animale, non solo nell’alimentazione ma anche in altri ambiti della vita quotidiana. Tuttavia, può essere apprezzato anche da persone con intolleranze o allergie a determinati prodotti animali utilizzati nella vinificazione, come albumina o caseina. Inoltre, un vino vegano può attrarre consumatori sensibili al tema dell’etica animale o interessati a scelte più sostenibili e trasparenti, indipendentemente dal fatto che siano vegani o meno.

Vino vegano e salute

Dal punto di vista salutistico, un vino vegano non offre necessariamente vantaggi intrinseci rispetto a un vino tradizionale, poiché la principale differenza tra i due risiede nell’uso di prodotti di origine animale durante il processo di chiarificazione, che non influiscono in modo significativo sul profilo nutrizionale del vino. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che possono renderlo interessante per specifiche categorie di consumatori.

Come già detto, l’assenza di chiarificanti di origine animale, come la caseina o l’albumina, potrebbe risultare vantaggiosa per chi soffre di allergie o intolleranze a queste sostanze, riducendo il rischio di reazioni indesiderate. Inoltre, i produttori di vini vegani tendono a privilegiare pratiche più trasparenti e spesso si orientano verso una produzione biologica o naturale, limitando l’uso di additivi chimici. Questo approccio può attrarre coloro che cercano prodotti percepiti come più genuini e meno trattati.

Un altro elemento da considerare, pur non strettamente legato alla salute, è l’impatto etico e ambientale. Le scelte vegane sono spesso associate a una maggiore sostenibilità e a un minore impatto sugli ecosistemi, contribuendo al benessere generale attraverso uno stile di vita più consapevole.

In definitiva, i benefici salutistici di un vino vegano rispetto a uno tradizionale dipendono principalmente da altri aspetti del processo produttivo, come la coltivazione biologica o l’assenza di additivi, piuttosto che dalla sua natura vegana in sé.

La qualità di un vino vegano

Dal punto di vista della qualità, un vino vegano non è necessariamente superiore o inferiore a un vino tradizionale: la qualità dipende da molti fattori che vanno oltre il semplice utilizzo di chiarificanti di origine animale o vegetale. Elementi come il tipo di uva, le tecniche di coltivazione, il terroir, il processo di vinificazione e l’abilità del produttore giocano un ruolo decisivo nel determinare la qualità finale di un vino.

Detto ciò, il crescente interesse per i vini vegani ha spinto molti produttori a combinare pratiche vegane con altre metodologie di produzione di alta qualità, come l’agricoltura biologica, biodinamica o naturale. Questi approcci tendono a limitare l’uso di pesticidi, fertilizzanti chimici e additivi, privilegiando tecniche che rispettano l’ambiente e preservano le caratteristiche organolettiche del vino.

È importante notare che la scelta degli agenti chiarificanti, che è ciò che differenzia un vino vegano da uno tradizionale, non influisce in modo determinante sul sapore, l’aroma o la struttura del vino. Gli agenti chiarificanti vegani, come la bentonite o le proteine vegetali, sono ugualmente efficaci nel migliorare la limpidezza e la stabilità del vino senza alterarne la qualità percepita.

In conclusione, un vino vegano può raggiungere livelli di qualità eccellenti, ma ciò dipende soprattutto dalla filosofia produttiva complessiva e dall’impegno del produttore piuttosto che dall’assenza di prodotti di origine animale. La qualità non è intrinsecamente legata al fatto che un vino sia vegano, ma piuttosto al modo in cui viene prodotto.

Cantine italiane che producono vino vegano di qualità

In Italia, diverse cantine producono vini vegani di alta qualità, unendo tradizione enologica a pratiche rispettose dell’ambiente e degli animali. Ecco alcune di queste cantine:

Santa Tresa, situata a Vittoria in Sicilia, produce vini come il Nero d’Avola biologico e vegano senza solfiti aggiunti, realizzati con interventi minimi per rispettare la natura. Sempre a Vittoria, l’Azienda Agricola Cortese propone il Nero d’Avola Sicilia DOC “Nostru”, biologico, vegano e senza solfiti aggiunti, che rappresenta un’espressione autentica del territorio.

Carussin, in Piemonte, a San Marzano Oliveto, offre la Barbera d’Asti “Asinoi”, un vino biologico legato alla passione per gli asini, caratterizzato da profumi fruttati e grande bevibilità. Cantina Tollo, in Abruzzo, propone una linea di vini biologici e vegani, come il Chianti DOCG, il Cerasuolo d’Abruzzo e il Primitivo, prodotti con attenzione alla sostenibilità.

In Trentino-Alto Adige, la cantina J. Hofstätter, a Termeno sulla Strada del Vino, offre “De Vite”, una cuvée di alta montagna priva di elementi di derivazione animale, con profumi di mela fresca ed erba limoncina. Josetta Saffirio, situata a Monforte d’Alba in Piemonte, presenta il Langhe Rossese Bianco, un vino vegano dalla personalità complessa, con una spiccata mineralità e sapidità.

Perlage, a Farra di Soligo in Veneto, è specializzata in Prosecco biologico e vegano, offrendo una gamma di spumanti di alta qualità e rispettosi dell’ambiente. Infine, Fattoria Casabianca, a Murlo in Toscana, produce vini vegani certificati con un approccio sostenibile, nel cuore delle colline toscane.

Queste cantine rappresentano solo alcune delle numerose realtà italiane impegnate nella produzione di vini vegani di qualità, rispondendo alla crescente domanda di prodotti etici e sostenibili. Conosci altri produttori vinicoli italiani che producono vini vegani di qualità? Segnalali qui sotto nei commenti!

In rete ho anche trovato il seguente video dedicato ai vini vegani, buona visione.

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