L’uso della bottiglia di vetro per conservare il vino è, ancora oggi, una scelta imprescindibile. Questo perché il vetro è in grado di preservare nel tempo le caratteristiche organolettiche del vino, un aspetto fondamentale per tutti noi appassionati. Acquistare una buona bottiglia, conservarla per anni, e poi aprirla in un’occasione speciale con amici e familiari è un rituale che racchiude l’essenza dell’amore per il vino. La bottiglia di vetro rappresenta il contenitore ideale per la sua conservazione e si presenta in un’ampia varietà di colori, dimensioni e forme.
Tra tutte, la bottiglia più diffusa al mondo è la classica bordolese da 0,75 litri, universalmente riconosciuta come lo standard odierno e onnipresente sulle nostre tavole. Tuttavia, il “matrimonio” tra il vino e la bottiglia di vetro è relativamente recente: le prime bottiglie concepite per la conservazione del vino risalgono infatti al 1650.
Sebbene i contenitori in vetro esistessero già da tempo, le loro forme e la fragilità del materiale ne limitavano notevolmente l’utilizzo, rendendoli inadatti al trasporto e alla conservazione del vino. Fino ad allora, il vino veniva custodito principalmente in botti di legno, dalle quali si prelevava direttamente prima di essere servito in caraffe o altri recipienti.
Fu solo a partire dalla metà del Seicento che alcuni mastri vetrai europei iniziarono a sviluppare nuove forme di bottiglie e a perfezionare la qualità del vetro, rendendolo più robusto e adatto a contenere il vino in modo sicuro. In quello stesso periodo fecero la loro comparsa anche i tappi in sughero, segnando l’inizio di una lunga e proficua collaborazione tra il vino e la bottiglia di vetro, una combinazione che ha rivoluzionato il mondo enologico e che continua a rappresentare un simbolo di tradizione e qualità.
Forme delle bottiglie di vino più comuni
Nel corso degli anni, il mercato ha visto la comparsa di bottiglie di vino in una moltitudine di forme e colori. Tuttavia, solo un numero limitato di esse si è affermato come standard de facto, diventando le scelte predominanti per l’imbottigliamento. Le forme più comuni sono:
Bordolese
Originaria della regione di Bordeaux, questa bottiglia si distingue per la sua forma cilindrica, le spalle marcate e il collo corto. È una delle tipologie più utilizzate al mondo per i vini fermi, indipendentemente dalla loro tipologia. Di solito è incolore per i vini bianchi, in particolare nella zona di Bordeaux, mentre assume tonalità verdi o marroni per i vini rossi e, talvolta, per i bianchi.
Borgognona
Proveniente dalla Borgogna, questa bottiglia ha una forma cilindrica con spalle meno pronunciate e un collo più lungo. È particolarmente diffusa per i vini bianchi, ma nella sua terra d’origine viene utilizzata sia per i bianchi che per i rossi.
Renana o Alsaziana
Questa bottiglia, originaria delle regioni del Reno e dell’Alsazia, è utilizzata principalmente per i vini bianchi e, occasionalmente, per i rosati. La sua forma slanciata, priva di spalle e di rientranze sulla base, la rende ideale per vini di pronta beva, che non producono depositi e sono pensati per un consumo rapido.
Champagnotta
Proveniente dalla Champagne, è la bottiglia di riferimento per i vini spumanti a livello mondiale. La forma ricorda quella della Borgognona, ma il vetro è più spesso e resistente per sopportare la pressione interna degli spumanti. Inoltre, presenta un anello sporgente (detto cercine) che permette di fissare saldamente la gabbietta del tappo.
Albeisa
Simile alla Borgognona, l’Albeisa è una bottiglia tipica del Piemonte, utilizzata soprattutto per i grandi vini rossi delle Langhe, come Barolo, Barbera e Dolcetto. È quasi sempre di colore marrone e porta inciso sulle spalle il nome “Albeisa”. Fu introdotta all’inizio del Settecento dai produttori di Alba per distinguere i loro vini dagli altri.
Accanto a queste forme classiche, esistono bottiglie destinate a produzioni di nicchia, come quelle utilizzate per il Marsala, il Porto, il Verdicchio e pochi altri. Tuttavia, le tipologie descritte sopra rimangono le più diffuse e rappresentano i principali standard nel mondo enologico.
Formati e nomi delle grandi bottiglie di vino
La capacità standard di una bottiglia di vino è di 0,75 litri, un formato che possiamo considerare l’unità di misura universale per le bottiglie di vino in commercio. Tutti gli altri formati, infatti, sono multipli o frazioni di questa dimensione. Accanto alla bottiglia standard, esistono sia formati più grandi, ideali per i vini pregiati e da invecchiamento, sia formati più piccoli, pensati per il consumo rapido o per occasioni particolari.
In generale, i formati più grandi sono riservati ai vini di alta qualità, i migliori in assoluto, spesso destinati alle grandi occasioni. Questo perché il vino contenuto in bottiglie più grandi tende a conservarsi meglio nel tempo, grazie a un rapporto più favorevole tra la quantità di liquido e l’ossigeno presente all’interno. Non sorprende, quindi, che queste bottiglie siano molto apprezzate dai collezionisti di tutto il mondo.
Va detto, tuttavia, che i prezzi delle bottiglie di grande formato non crescono in modo lineare con la capacità, ma in maniera più che proporzionale. Questo fenomeno si deve sia alla loro maggiore complessità produttiva sia alla loro rarità: più grande è il formato, più rara è la bottiglia, e quindi maggiore sarà il suo costo.
Tra i grandi formati, sono gli Champagne a dominare la scena, spesso imbottigliati in dimensioni impressionanti per enfatizzare il carattere celebrativo di questi vini. Al contrario, i vini tranquilli tendono a essere imbottigliati in formati più “contenuti”, come il Magnum (1,5 litri) e il Doppio Magnum (3 litri), che rappresentano comunque una scelta prestigiosa per le occasioni speciali. Ma vediamo adesso di scoprirne i formati e i nomi in uso tra gli appassionati di vino:
Volume (litri) | Bottiglie (#) | Nome |
0,1875 | 0,25 | Piccolo |
0,25 | 0,33 | Chopine |
0,375 | 0,5 | Demi |
0,750 | 1 | Standard |
1,5 | 2 | Magnum |
3 | 4 | Jéroboam (o Doppia Magnum) |
4,5 | 6 | Réhoboam |
6 | 8 | Mathusalem |
9 | 12 | Salmanazar |
12 | 16 | Balthazar |
15 | 20 | Nabuchodonosor |
18 | 24 | Melchior |
20 | 26,66 | Solomon |
25 | 33,33 | Sovereign |
27 | 36 | Primat |
30 | 40 | Melchizédec |
Scorrendo la lista dei nomi delle grandi bottiglie di vino, si nota immediatamente che molti di essi si ispirano a celebri figure bibliche, in particolare a grandi re dell’antichità. Questa scelta non è affatto casuale, ma fortemente simbolica.
Più grande è la bottiglia, più lunga è la festa!!!
I formati più grandi sono tradizionalmente associati allo Champagne, un vino legato per eccellenza alle celebrazioni, agli eventi fastosi e alle occasioni di grande prestigio. Per questo motivo, i primi commercianti di Champagne decisero di attribuire ai formati più imponenti i nomi di re e sovrani, evocando maestosità, grandezza e lusso. Un omaggio all’importanza e alla solennità delle occasioni in cui queste bottiglie venivano (e vengono tuttora) stappate.
Bottiglie grandi formati e curiosità
Il formato più grande ufficialmente prodotto è il Melchizedek o Midas, che contiene ben 30 litri di vino, pari a 40 bottiglie standard! È estremamente raro e spesso utilizzato per eventi spettacolari. Solo alcune case produttrici, come quelle di Champagne, lo realizzano. Sono formati di bottiglie davvero grandi e rarissime da trovare. Le bottiglie di grande formato sono difficili da produrre e da riempire. Richiedono attrezzature specifiche e una grande attenzione durante l’imbottigliamento.
Per questo motivo, sono rare e hanno un prezzo significativamente più alto rispetto ai formati standard, rendendole oggetti da collezione molto ambiti. Le bottiglie di grandi dimensioni, soprattutto quelle oltre il Methuselah, sono difficili da maneggiare. Richiedono spesso un supporto per essere versate o addirittura due persone per sollevarle, data la loro dimensione e peso. Questo aggiunge un elemento di spettacolarità al momento del servizio. Tranquilli, anche in questi casi limiti ci viene in soccorso la “tecnologia”, i cosiddetti decanter meccanici, come quello nel video sottostante.