Se c’è un vino che non può mancare nelle tavole pasquali, è il Recioto di Gambellara DOCG “Capitel”, non solo perché si sposa bene con i tipici dolci pasquali, ma anche perché la sua storia si perde nel tempo. Questo vino passito, prodotto con uva Garganega, viene prodotto in pochissimi esemplari ed è una piccola gemma nascosta dell’enologia veneta. Le uve vengono raccolte a settembre, selezionando manualmente i grappoli migliori, ma è nell’antico granaio ancora presente in cantina che avviene la magia.
Nel dialetto veneto la tecnica dell’appassimento prende il nome dalla frase “Picà via” che significa appesi. I grappoli vengono legati, a uno a uno, a uno spago che scende dal soffitto di travi e lasciati appassire a temperatura naturale fino al mese di gennaio dell’anno successivo. In questo periodo abbiamo un’evaporazione dell’acqua e una concentrazione degli zuccheri, con uve perfettamente sane grazie alla ventilazione della stanza che previene l’attacco delle muffe. Se l’appassimento avviene fino alla Settimana Santa si produce il Vin Santo di Gambellara DOC, con una concentrazione ancora maggiore.
Alla fine del periodo di appassimento le uve vengono torchiate in uno storico torchio in legno ancora presente in cantina. Il vino viene fermentato e affinato in piccole botti di rovere per un anno. Il recioto è un vino dolce ma non stucchevole, avendo un’acidità non indifferente che bilancia perfettamente l’apporto zuccherino, rendendo ogni sorso una piccola delizia.
La famiglia Cavazza porta ancora avanti questa tradizione, fedele alle sue origini contadine, con grande orgoglio e maestria. Il Recioto di Gambellara DOCG “Capitel” trova il suo abbinamento ideale con colombe pasquali, le tradizionali Fugasse, un pane dolce della storia della Serenissima ma anche con formaggi erborinati o stagionati come un Asiago Vecchio o un Gorgonzola.
Cavazza
L’azienda agricola Cavazza nasce nel 1928 a Montebello Vicentino. Da allora è stato uno dei più importanti interpreti della Garganega coltivata nella zona del Gambellara Classico DOC, una piccola denominazione che sorge su un vulcano spento, di antica origine, che ancora oggi conferisce un particolare carattere ai vini che vi si producono. Negli anni ’80 la famiglia decide di puntare su un altro territorio, quello dei Colli Berici, di origine marina e adatto alla produzione di vini rossi identitari sia da uve autoctone come il Tai Rosso che internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Ad oggi si contano 130 ettari vitati nelle due denominazioni per una produzione di 600.000 bottiglie. L’azienda è certificata SQNPI, ed è molto focalizzata sulla preservazione della biodiversità e sull’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili.
Per maggiori informazioni: www.cavazzawine.com