Le batterie d’assaggio per la guida Vini d’Italia 2023 del Gambero Rosso hanno assegnato il punteggio massimo dei Tre Bicchieri al Montefalco Rosso DOC 2019 dell’Azienda Agraria Moretti Omero (Giano dell’Umbria, Perugia).
La guida Vini d’Italia del Gambero Rosso è una delle più autorevoli nel mondo del vino, e recensisce ogni anno oltre 25.000 vini delle cantine di tutta Italia. A ogni vino viene attribuito un punteggio, espresso con l’ormai celebre sistema iconografico: il punteggio varia da un minimo di un bicchiere a un massimo di tre bicchieri. Nella guida, edita in lingua italiana oltre che inglese, tedesca, giapponese e cinese, ogni etichetta viene corredata dall’indicazione del prezzo medio, da un giudizio qualitativo, ma anche da notizie su dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda.
Impossibile per Giusy Moretti, che insieme al padre Omero porta avanti l’azienda di famiglia, non esprimere soddisfazione per il riconoscimento ricevuto: “Una splendida notizia, che accogliamo – durante la vendemmia – con gioia, che ci inorgoglisce e ci sprona fare sempre meglio. Il Montefalco Rosso DOC 2019 è un prodotto eccezionale, dalle caratteristiche uniche”, spiega Giusy Moretti. “Dire Montefalco vuol dire parlare all’Italia e al mondo dell’Umbria, delle sue splendide colline, dell’immensa cultura agricola di queste terre, dell’uva sagrantino e sangiovese. Il vino premiato, sintesi ideale di tutto questo, è nato dal perfetto blend delle uve tradizionali del territorio. Un rosso profondo, di struttura e persistente, ma al tempo stesso equilibrato, che può essere anche un ottimo vino quotidiano”.
L’azienda Moretti è stata la prima a intuire nel distretto di Montefalco, più di trent’anni fa, la rivoluzione del biologico: “Siamo certificati BIO dal 1992”, prosegue Giusy. “Un atteggiamento rispettoso nei confronti delle persone, del territorio e del vino, portato avanti grazie a tecnologie di ultima generazione, come la selezione di lieviti autoctoni della nostra uva, realizzata in partnership con l’Università degli Studi di Perugia, per la fermentazione del vino da uve sagrantino. La vocazione a basso impatto è nata dalla preoccupazione di nostra madre nei confronti della salute, è stata lei che ci ha sempre impedito di utilizzare prodotti chimici”.