Parte da Blend, rassegna enoculturale ideata e realizzata dall’azienda agricola Bellenda di Vittorio Veneto, la richiesta di una certificazione ambientale di territorio. La proposta è uscita a margine del convegno dedicato al tema dell’agroforestazione declinata nella viticoltura, nell’ospitalità e nella distribuzione dagli ospiti presenti. L’agroforestazione è l’insieme dei sistemi agricoli che vedono la coltivazione di specie arboree o arbustive perenni, consociate a seminativi o pascoli, nella stessa unità di superficie.
Il confronto ha evidenziato la consapevolezza da tutte le parti che questa pratica sia fondamentale per promuovere una viticoltura responsabile e sostenibile, ma ha visto emergere da più fronti la necessità di creare un sistema di certificazione ambientale a basso costo a cui possano accedere anche le piccole aziende. Il segreto per una buona riuscita dell’agroforestazione sta infatti nell’equilibrio tra le parti e nel fatto che deve essere una scelta condivisa nel territorio.
Il padrone di casa, Umberto Cosmo, ha lanciato la proposta che siano nello specifico i Consorzi di Tutela a farsi promotori di questa iniziativa, a cominciare da quello del Conegliano Valdobbiadene, da sempre all’avanguardia nell’attenzione all’ambiente. La tutela del territorio e dei diversi elementi che lo compongono non può più essere differita anche perché è un requisito sempre più richiesto per accedere a moltissimi mercati, soprattutto quelli del Nord Europa, da sempre più sensibili a questi temi. Attualmente le certificazioni sono fornite da società private e l’alto costo per ottenerle non è sostenibile da aziende di medie-piccole dimensioni che il più delle volte, pur facendo un prodotto di qualità e altamente sostenibile, devono rinunciare a esportare.
“È necessario che le giuste pratiche vengano normate e rese accessibili a tutti – ha sottolineato Umberto Cosmo – e che a tutti i produttori, indipendentemente dalle dimensioni e dal portafoglio, sia data la possibilità di certificare il loro operato. I Consorzi sono il soggetto che deve prendersi in carico questo compito perché devono tutelare tutti i loro soci e metterli nelle condizioni di agire al meglio e di farsi testimoni e custodi di una viticoltura rispettosa, sostenibile e a misura d’uomo”.
L’agricoltura, settore centrale per lo sviluppo dell’economia nazionale, deve poter accedere a tutti gli strumenti necessari per proporre tecniche di produzione attente all’ambiente e alla preservazione della biodiversità. “Per raggiungere l’obiettivo verso una viticoltura sostenibile – aggiunge Umberto Cosmo – è necessario mettere in campo una squadra composta da tecnici, agronomi, biologi e soggetti che ogni giorno vivono la vigna. Dapprima questo comitato deve creare leggi ad hoc e, in seguito, regolamenti per costruire linee guida precise e valide per tutto il comparto del vino. In una seconda fase è poi evidente il bisogno che siano i singoli Consorzi di Tutela, i quali sono a conoscenza delle specificità locali, a monitorare le azioni e le tecniche impiegate da piccole, medie e grandi aziende vitivinicole garantendone l’efficacia e la veridicità e accompagnandole nella costruzione di una sempre migliore gestione della tutela ambientale territoriale”.
Insieme a Umberto Cosmo hanno partecipato alla discussione Sabrina Tedeschi di Tedeschi Wines, Pietro Pellegrini di Pellegrini Spa, Rossana Roma del Ristorante Dolada, Andrea Cartapatti, Corporate Manager of Food & Beverage presso Blu Hotels S.p.A e Giuliano Vantaggi Site Manager all’interno dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene UNESCO. A moderare il dibattito il giornalista e critico Antonio Paolini.
Blend è l’’evento, riservato a produttori, professionisti e opinion leader giunto quest’anno alla quarta edizione, che riunisce le diverse anime del mondo enoico italiano ed estero con l’obiettivo di stimolare un dibattito vivo e costruttivo su specifici argomenti.