L’Oro di Eméra di Claudio Quarta Vignaiolo tra i migliori vini d’Italia per la guida del Gambero Rosso 2022. Oro di Emèra, Primitivo DOP 2020, prodotto nella cantina di Tenute Emèra a Lizzano, ha ricevuto infatti i prestigiosi 3 Bicchieri del Gambero Rosso, che lo colloca nella classifica dei migliori di Puglia.
Soddisfazione da parte del produttore: “Da pugliesi siamo doppiamente felici, perché questo riconoscimento arriva dopo i diversi 3 Bicchieri assegnati negli anni ai vini irpini della nostra cantina Sanpaolo in Campania: riceverlo ora anche per il nostro Primitivo di Manduria, ci consegna una doppia gioia”.
Un riconoscimento al lavoro svolto, ma anche sprone a proseguire sulla via tracciata, occasione per accendere un ulteriore faro sui territori di produzione, con effetti benefici dunque anche in chiave enoturistica e, non da ultimo, “molla di un circolo virtuoso nel quale tutti i produttori, premiati e non, si sentono motivati a fare buoni vini. Attenzione, però perché questo circolo virtuoso può essere interrotto da chi si ostina a fare vini “piacioni” o peggio ancora non di qualità”, ammonisce Quarta.
È il Primitivo infatti – nelle sue due varianti, Primitivo di Manduria e di Gioia del Colle – a fare la parte del leone nella classifica regionale da cui sono stati esclusi i vini “con un tono dolce ben oltre la tradizionale morbidezza”, come ha sottolineato la stessa Guida. “Una tendenza – spiega Quarta – che intercetta quei palati internazionali che ancora sopravvivono e che prediligono i vini “marmellatosi” che però si allontanano dall’identità del vitigno ma anche del territorio. Il Primitivo nasce come vino da pasto e dunque deve avere una buona acidità e, pur nella complessità e struttura, una certa leggerezza”.
“Il Primitivo – sottolinea Claudio Quarta – è la punta di diamante della produzione pugliese: purtroppo però c’è chi approfittando della fama faticosamente ottenuta con serietà e tanto lavoro, immette sul mercato bottiglie dal prezzo eccessivamente basso, anche sotto i 2 euro. Non è più tollerabile, perché la bassissima qualità di queste bottiglie sminuisce il valore reale del vino, con effetti disastrosi sui territori”.
“E’ da accogliere – conclude infine Quarta – l’invito del Gambero Rosso a utilizzare bottiglie più leggere. Purtroppo, nella percezione di alcuni mercati la bottiglia pesante equivale ad alta qualità del vino, credo dunque che come Consorzio ci si debba muovere per un’iniziativa corale verso scelte più consone alla sostenibilità e tutela ambientale”.