Per passione e per investimento, dal calice a ‘bene rifugio’. È l’Amarone, il pleasure asset del “Club en primeur’ dell’azienda vitivinicola della Valpantena (zona Doc Valpolicella – VR), La Collina dei Ciliegi, che converte la longevità e il potenziale di invecchiamento del grande Rosso veronese firmato dalla cantina, contemporaneamente in investimento liquido ad alta redditività e strumento finanziario.
Avviato nel 2018, a oggi il progetto “Amarone en primeur La Collina dei Ciliegi” – il primo di questo genere in Italia con protagonista una denominazione rossista – conta 56 investitori tra imprenditori, manager, responsabili di fondi d’investimento e di società finanziarie, partner di studi legali, opinionisti televisivi, giornalisti e winelover, per un portafoglio complessivo di 60 barrique di Amarone “Ciliegio” (+13 sul 2021) acquistate durante l’affinamento dell’etichetta pluripremiata a livello internazionale.
L’annuncio dello stato dell’arte dell’iniziativa, che deriva e rivisita l’antica pratica commerciale francese della vendita di vino in botte tra i vignaioli di Bordeaux e aperta ai privati dagli anni ’80, è stato fornito oggi nel corso della Festa en primeur, l’evento che da 4 anni vede radunarsi alla Collina dei Ciliegi potenziali investitori, oltre a quelli già aderenti al Club en primeur e già proprietari delle barrique da 225 litri.
“Diversamente da quanto avviene in Francia, dove il vino immesso sul mercato può subire oscillazioni al ribasso rispetto al prezzo corrisposto en primeur – ha dichiarato Massimo Gianolli, presidente La Collina dei Ciliegi e imprenditore della finanza alla guida di Generalfinance SpA – la nostra formula punta a garantire non solo l’investimento ma anche la redditività, garantendo un aumento minimo del 10% dei prezzi anno su anno”.
Dopo il processo di invecchiamento dinamico in vari contenitori – barrique, tonneau, clayver in ceramica o vasche in cemento – in cantina, vera e propria nursery dell’Amarone, gli investitori possono decidere l’imbottigliamento in tre diversi formati, classico 0,75l, Magnum (1,5l) o Jeroboam (3l). Tra le opzioni anche quella di ritirare il prodotto o di lasciarlo nel caveau en primeur della cantina, a temperatura e umidità ottimali per la sua conservazione.
Complessivamente, dal 2018, sono 60 le barrique di Amarone “Ciliegio” già vendute con la formula en primeur (per un valore di 18.300 euro a botte), l’equivalente di 13.500 litri e di 18mila bottiglie da 0,75l. Ad oggi sono stati venduti e già imbottigliati i millesimi di Amarone 2015 (14 barrique), 2016 (6 barrique), 2017 (12 barrique) e 2018 (15 barrique), mentre le 13 barrique dell’annata 2019 sono ancora in affinamento (imbottigliamento previsto nel 2023).
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La Collina dei Ciliegi: 58 ettari, di cui 33 a vigneto in conversione biologica, 11 etichette suddivise in tre collezioni (Classica, Riserve e Supervalpantena), oltre 260 riconoscimenti nazionali e internazionali tra concorsi e guide e un’offerta enoturistica green&luxury rappresentata dall’eco resort Ca’ del Moro Wine Retreat, in un terroir vocato alla produzione di grandi vini, aLa Collina dei Ciligi partire dall’Amarone. È l’istantanea de La Collina dei Ciliegi, l’azienda vitivinicola fondata nel 2010 da Massimo Gianolli, imprenditore biellese-milanese della finanza con salde radici in Valpantena, a pochi chilometri dal centro di Verona.