Gli abbinamenti più interessanti tra vini rossi e cibo

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abbinamento cibo vino rosso

Il vino è un mondo che non smette mai di riservare sorprese, ai sensi. Quando poi risulta perfettamente abbinato, riesce ad esprimere al massimo il suo potenziale, sprigionando una sinergia a tutto tondo, capace di inebriare, incuriosire, persino destare ricordi.

Il vino rosso è tra i prodotti enologici per cui l’Italia è maggiormente apprezzata nel mondo. È presente secondo una varietà di proposte di assoluto livello e davvero ampia, alla portata di tutte le tasche. Scegliere i vini rossi da accompagnamento è una vera e propria arte, non semplice nemmeno per i sommelier più esperti, ma capace di regalare più di una soddisfazione. Una piacevole abitudine che viene voglia di sperimentare nella quotidianità e ancora di più per un pranzo o una cena speciale.

Gli elementi da considerare per l’abbinamento dei vini rossi

Quando si acquista un vino rosso è importante conoscere, oltre alla zona di provenienza e alla varietà dell’uva, altri elementi particolari. A fare differenza è naturalmente il tannino, una sostanza presente all’interno delle bucce delle uve, dalla quale dipende la sensazione di astringenza caratteristica tipica del rosso.

Gli altri fattori a cui prestare attenzione, tipici anche dei vini bianchi, sono la dolcezza, l’acidità, minore nella maggior parte dei casi rispetto a quella che si registra nei vini bianchi, il corpo e l’alcool.

Una volta individuate queste caratteristiche risulta più semplice effettuare combinazioni armoniche enogastronomiche. A seconda della tipologia del cibo, si può procedere secondo due modalità base, un discorso valido per tutte le tipologie di vino: analogia e contrapposizione. A ognuno sperimentare e scegliere la soluzione ideale.

Pertanto, un piatto che presenta un alto livello di acidità si abbina in maniera impeccabile a un vino prevalentemente acido a sua volta, mentre una preparazione grassa trova bilanciamento nel sapore più amaro dei vini più invecchiati.

Il vino rosso raggiunge la completa maturità spesso dopo diversi anni, ma non significa che non possa essere intrigante già dopo due anni o persino novello. Molto dipende dal produttore e dai fattori climatici che si sono verificati nel corso dell’annata.

Alcuni esempi virtuosi

Il primo esempio di accompagnamento è quello che vede i vini rossi accanto alle carni bianche o alle preparazioni a base di pesce. Da preferire i vini giovani, non maturati in botte e con una caratteristica acida maggiormente dominante. Uve come Pinot Nero, Freisa e Grignolino sono perfette con i piatti di mare. Vini classici come il Barolo e il Chianti, nella versione giovane, lo ripetiamo volentieri, sono in grado di valorizzare le carni bianche.

Per la cacciagione si rivelano una sicurezza i vini più robusti e che presentano una maturazione non inferiore ai due anni. Particolarmente interessanti quelli prodotti nel borgo toscano di Bolgheri, il quale presenta caratteristiche naturali di eccellenza per la produzione dei vini, ma anche il Cannonau di Sardegna, realizzato in maniera impeccabile in tutta l’isola, nonché un classico come l’Aglianico, il Re della Basilicata.

Sono solo esempi, ma fanno vedere come per piatti elaborati (o intensi) sono necessari vini altrettanto complessi, in grado di rispondere efficacemente al sapore intenso del cibo. I piatti delicati richiedono, invece, un vino più tenue e delicato, meno maturo.

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