Vini e spumanti 2021. Per gli spumanti tricolori crescita a due cifre sul 2020 e a una cifra sul 2019. Migliori risultati anche rispetto al 2019. In assoluto meglio i valori che i volumi. La pandemia ha solo creato un cambio di stile e modalità dei consumi.
“Oltre i numeri, i consumi di vino e spumanti nel 2021 forniscono due domande: come mantenere il trend positivo all’estero, come sostenere il consumo interno” così in sintesi la riflessione di Giampietro Comolli, presidente Ovse-Osservatorio Economico Vini e Spumanti, struttura indipendente fondata nel 1991 all’Università Cattolica di Piacenza. Prosegue: “Il consumo è diventato più piacere e soddisfazione, quindi occorre molta più attenzione al contesto e contenuto, che il solo sviluppo commerciale. Un errore facile per chi vede solo volumi e fatturato come fattore di impresa”.
Dalla analisi di Ovse, oramai da 30 anni fonte di ricerca e studi sui consumi e non sulle certificazioni produttive all’origine, emerge che neppure la rivoluzione dei canali di acquisto o vendita sarà determinante nei prossimi anni e lustri. E’ assodato che e-commerce, consumi domestici saranno fondamentali, ma la differenza sarà data dal lifetelling del vino e dalla formazione e conoscenza ambientale e dagli usi costumi che si stanno evolvendo in tutti i paesi, sia quelli maturi e quelli neofiti. Il contenuto “diffuso” del vino e spumanti farà la differenza anche verso spasmi salutistici e il servizio connesso, compreso quello attivato in horeca, determinerà il successo e il trend. Su questo le grandi regioni del vino si stanno muovendo, dal Cile all’Australia, dalla Champagne alla Napa Valley. La disponibilità di corrette informazioni sarà strettamente legata alla spesa individuale e collettiva.
In Italia, l’horeca ha riaperto battenti e i consumi hanno ripreso a crescere, senza contare la continuità del settore e-commerce, sia aziendale che di piattaforme. In ogni caso il prezzo al consumo ha risalito la scala che guida gli atti d’acquisto. Il vino totale recupera sul 2020 un +5%, ma non raggiunge il dato del 2019. Per gli spumanti italiani la crescita è stata del 12%. E’ mancato nell’anno il consumo conviviale delle bollicine off-premise e in eventi.
I numeri segnano 205/208 milioni di bottiglie di origine nazionale (cui aggiungere 6 milioni di bottiglie estere in crescita rispetto al 2020) realmente stappate nell’anno, pari a una spesa di circa 1,430 mld/euro, con un prezzo medio a bottiglia sul mercato di 6,8 euro. Il consumo domestico, cresciuto, si è attestato sul 61% del totale. Il fatturato al consumo è stato inferiore al 2019, ma superiore al 2020, con leggero calo del prezzo medio della bottiglia al consumo causa blocchi dell’horeca, pubblico e del turismo. Molto bene il Prosecco Doc e i 3 Docg (Conegliano Valdobbiadene Asolo), Franciacorta e Alta Langa, stabili le quote e posizioni di TrentoDoc, Alto Adige; bene le etichette regionali di vitigno e di DO-IGP provinciali, soprattutto nelle regioni del sud Italia. La tendenza è stata quella di preferire i marchi più rinomati, le tipologie millesimate e tendenti al secco.
All’estero, oltre a una flessibilità di valori e trasporti dettati da diverse questioni, come il cambio delle monete o norme protettive e burocratiche doganali o crisi civili sempre più diffuse, i consumi di vini e bollicine italiane sono in crescita sull’anno 2020, eguagliando e superando anche i dati 2019. La plv globale supera i 6,9 miliardi di euro e per il momento valutazioni salutistiche non hanno inciso sui mercati. Il consumo mondiale di vini italiani è cresciuto del 12% rispetto al 2020, del 4% rispetto al 2019. Sottolinea Giampietro Comolli: “L’elemento più interessante è dato dal fatto che i valori al consumo dei vini italiani in tutti i principali paesi importatori crescono, percentualmente, di più che i volumi, e questo riduce il gap storico di prezzo in vetrina e nella lista fra vini italiani e stranieri, a iniziare proprio da un bottiglia di vino spumante. Segnale di una considerazione e accettazione dell’accresciuto binomio valore-identità nazionale. E’ cresciuto di più il valore unitario di una bottiglia tricolore rispetto a quelle di Francia, Spagna, Australia, mentre è ancora basso il valore all’origine della produzione e alla dogana”.
Vini spumanti tricolori davanti a tutti: primi in Europa, primi nella esportazione extraUE, con incrementi dal 40% al 15%, nell’ordine in Usa, in Germania, in Canada, in Regno Unito, bene anche in Russia e estremo oriente. Molto bene in Francia (+16%), ripresa in Svizzera(+11%), Canada (+15%) e Giappone, ma con crescita del prezzo alla vendita molto significativi. Gli acquisti domestici sono quasi raddoppiati in certe catene e piattaforme collettive distributive nell’arco di 2 anni.
Ovse analizza i dati al consumo e non quelli dichiarati alla produzione. I numeri dei consumi nei paesi esteri segnano un trend fortemente in crescita: 620/628 milioni le bottiglie consumate in un anno all’estero, con punte eccezionali come oltre 130 milioni negli Usa, i 17 milioni in Svizzera, gli oltre 100 milioni in UK. In Francia volano sempre più bollicine italiane superando i 21 milioni, per la prima volta in Cina siamo a quasi 9 milioni di bottiglie, la Russia ha preso grande slancio nella seconda metà dell’anno registrando un +19% in volumi consumati. I più grandi consumatori di bollicine tricolori si confermano gli Usa dopo anni di leadersgip dei britannici, che si confermano appassionati di bollicine. Il Prosecco Doc è leader UE nel consumo fuori UE. Alla dogana i vini spumanti fanno segnare un valore globale di 1,9 miliardi di euro (sui 6,9 totali) con una crescita del 29% sul dato 2020. Record anche nel giro d’affari al consumo: per la prima volta il valore sulle tavole mondiali supera i 6,8 miliardi di euro, con un prezzo di acquisto medio a bottiglia intorno a 11 euro. Comolli: “Per la prima volta nel 2021 i valori unitari di uno spumante italiano all’estero crescono di più, anno su anno, che i volumi: questi ultimi registrano un + 9,22% contro un +10,80%. Un segnale da studiare”
Ovse raccoglie e analizza solo gli atti di acquisto, vendite certe, fatturazioni reali nell’arco solare, non tiene conto dei dati di produzione, di certificazione, di spedizione. Questo per toccare il polso vero della domanda e del consumatore quindi conoscere i trend aspettative e prospettive di un mercato di tanti paesi, uno diverso dall’altro. Nessuna fake news, nessun numero a caso.
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OVSE-CEVES. L’osservatorio economico-statistico sui vini effervescenti (ex Ones) e il centro ricerche analisi cibo e vino sono stati fondati nel 1991 presso la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza dal prof Mario Fregoni, Antonio Niederbaker, Zeffiro Bocci, Giampietro Comolli. Ovse ha contribuito a stendere oltre 200 tesi sperimentali italiane e straniere sui vini effervescenti, è titolare dei primi G.Comolli come borsa di laurea magistralis sperimentale, G.Conforto e F.Scacchi come riconoscimento a imprese e vini. Indaga su consumi, mercati e tendenze da 30 anni in Italia e all’estero. Osservatorio Accademico Indipendente al servizio di enti e imprese per analizzare e anticipare dinamiche di mercati, canali, settori e business. Svolge 4 sondaggi fissi l‘anno. Si avvale di un panel nazionale di 854 consumatori finali, di 59 testimonial-operatori sul mercato in 32 paesi esteri tramite Linkedin updates group. E’ stato il primo osservatorio economico statistico vini nato in Italia.