Sono vini che nascono dove il vento forte di scirocco sferza implacabile le viti, dove il sale del mare si aggrappa nei grappoli d’uva, dove il sole caldo trasforma la polpa dell’acino in un nettare di zucchero: siamo a Pantelleria, perla nera del Mediterraneo, luogo magico dove ogni senso è stravolto da un’iperbole di sensazioni e percezioni, dove la vista e l’olfatto sono sopraffatti da una luce abbagliante e da un profumo inebriante. In questa terra vulcanica tinta di nero, conosciuta per i caratteristici muretti a secco e per i giardini panteschi, dimora antica di alberi di agrumi, le mani esperte di contadini, dal volto segnato dal tempo, lavorano con maestria e sapienza le viti di zibibbo, uva bianca e dolcissima. Le piante sono coltivate ad alberello su terreni scoscesi, una pratica agricola considerata eroica e riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Le Cantine Pellegrino, importante realtà vinicola siciliana, hanno stretto con questo paradiso naturale e con la gente che qui vi abita un legame indissolubile dal 1992, anno di costruzione della cantina. “Non abbiamo mai voluto acquistare terreni sull’isola – afferma Benedetto Renda, Presidente delle Cantine Pellegrino e del Consorzio Vini Doc di Pantelleria – perché abbiamo sempre preferito affidarci alle tradizioni locali dei suoi abitanti, custodi e detentori di un sapere millenario sulle tecniche di coltivazione dello zibibbo che si tramanda di mano in mano, da padre in figlio”. Nessuno, infatti, conosce meglio dei contadini panteschi i metodi di potatura e le pratiche agronomiche necessarie per ottenere il meglio dalle coltivazioni sui terreni impervi e selvaggi dell’isola. Una scelta saggia volta a sostenere l’economia di questo piccolo microcosmo.
Da questo sodalizio nascono il Moscato e il Passito di Pellegrino, che qui è leader mondiale del mercato per quanto riguarda i vini di Pantelleria, arrivando al 65% della produzione totale dell’isola. Il Moscato Pellegrino nasce da uve coltivate su terreni freschi, dove la maturazione è medio-tardiva. L’uva zibibbo viene raccolta a mano surmatura, in modo da avere un elevato grado zuccherino senza essere appassita, mantenendo la giusta freschezza. In cantina si procede alla pressatura soffice dell’uva, che poi affina in vasche d’acciaio per 4 mesi e per 2 mesi in bottiglia. Il vino che ne deriva ha un colore giallo carico, al naso sprigiona profumi intensi, con note fruttate di pesca gialla, melone e pompelmo. Il vino si abbina a dolci di pasta frolla, farciti di crema pasticcera e cioccolato. Ottimo anche con formaggi di media stagionatura.
Per la produzione del Passito di Pantelleria si utilizzano in una prima fase le stesse uve raccolte per il Moscato. Successivamente, in fase di fermentazione, si unisce anche uva passa proveniente dalle contrade più vicine alla costa, dove l’uva inizia ad appassire nelle giuste condizioni mentre è ancora in pianta. La vinificazione del Passito differisce da quella del Moscato proprio per l’aggiunta di uva passa essiccata al sole. Il vino assume così un colore giallo carico, quasi ambrato. Nel calice profuma di miele, con piacevoli note di albicocca e fichi secchi. E’ perfetto da sorseggiare accanto a dolci a base di ricotta e crema pasticcera o a cuori morbidi di cioccolato fondente. Ideale anche come vino da meditazione. Adesso il Moscato ed il Passito liquoroso di Pantelleria si presentano in un una nuova veste particolarmente preziosa, grazie ad uno stampo esclusivo della bottiglia ed etichette decorate in lamina che valorizzano al massimo il nettare contenuto all’interno