Una produzione più contenuta rispetto al 2020, con rese uva vino in generale molto basse su tutti gli areali, ma con ottime premesse dal punto di vista qualitativo. Sono queste le prime riflessioni in merito alla vendemmia nelle province dell’Alto Piemonte, ufficialmente iniziata la prima decade di settembre nella provincia di Novara e conclusasi definitivamente l’ultima settimana di ottobre, sempre nel novarese, con la raccolta delle uve per i nebbioli da invecchiamento.
L’eterogeneità del territorio, tuttavia, non permette di trarre un bilancio univoco della vendemmia: ci sono zone in cui la vendemmia ha restituito un buon carico produttivo con acidità e tenori alcolici buoni, altre che , nonostante le gelate primaverili, hanno inaspettatamente prodotto buoni risultati e zone in cui si sono invece rilevate drastiche riduzioni della produzione a causa degli straordinari eventi climatici registrati nel corso dell’anno che, in particolare in alcune aree del vercellese, nel biellese e nel novarese, hanno danneggiato tra il 45% e il 70% dei vigneti.
Anche in Alto Piemonte risulta, quindi, evidente l’impatto del cambiamento climatico sulla vitivinicoltura. Fortunatamente – come affermato da Andrea Fontana, presidente del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte – «la vicinanza al Monte Rosa e la nostra posizione geografica ancora ci tutelano, rispetto ad altre zone molto più penalizzate da questo punto di vista», ragione per cui «le uve si sono comunque presentate in vendemmia con indici di qualità più che buoni».
Quanto sta accadendo dal punto di vista climatico ha reso comunque necessaria un’importante riflessione sulle misure da adottare per tutelare la produzione futura. Nelle aree in cui si sono registrati con sempre maggiore frequenza eventi climatici estremi, molte aziende hanno già installato reti antigrandine a protezione dei vigneti e con l’attivazione di nuovi bandi di finanziamento finalizzati a miglioramenti strutturali, vi sarà un’ulteriore implementazione di questo tipo di installazioni.
La tutela della produzione futura è di fondamentale importanza , soprattutto in questo momento di nuove opportunità per l’Alto Piemonte, dove il sempre crescente interesse da parte dei consumatori sia nazionali che esteri, ha contribuito a determinare un potenziamento della superficie vitata e del comparto produttivo di diverse aziende.
Questo cambio di prospettiva sul territorio conferma ulteriormente le premesse positive per un 2022 caratterizzato dal ritorno di eventi e fiere nazionali e internazionali e da previsti aumenti delle vendite: dal mercato italiano ed estero giungono segnali molto buoni per la maggior parte delle aziende del territorio.
In particolare, si rileva una crescita dell’export non solo verso mercati quali Nord Europa, Canada, Australia e USA, dove sono presenti anche piccoli importatori che valorizzano i prodotti di aziende artigianali di natura familiare, ma anche verso mercati ancora considerati emergenti quali Russia e Paesi asiatici.