50 ettari – 40 vitati –, 150mila bottiglie l’anno, 6 etichette – 4 rossi e due bianchi -: questa è Monteverro, cantina gioiello ai piedi del borgo medievale di Capalbio, nella parte più a sud della Toscana, in quella nota ai più come la Costa d’Argento. Quando il cielo è terso da queste colline dal terreno sassoso di argilla rossa, si vede il mare in lontananza e si respirano i profumi di questa terra autentica.
A tutto questo si aggiunge il valore delle persone, che lavorano con passione e dedizione, senza mai scendere a compromessi: coltivazione biologica fin dagli esordi; lavorazione manuale; selezione delle uve in fase di vendemmia, per portare ogni vitigno, ogni terroir e ogni annata alla sua massima espressione, con tecniche di vinificazione innovative; un’accurata gestione del suolo, grande attenzione a ciò che è visibile – con la catalogazione della flora presente tra i filari e anche a ciò che è invisibile, come la vita biologica del suolo e le colonie di microartropodi che la popolano. Il risultato è un terreno “vivo” oltre ogni aspettativa.
Filosofia
Fin da subito Monteverro ha sentito la necessità di comprendere appieno il terroir meraviglioso su cui è stata impiantata la vigna, di identificare le sue microdiversità per adattare il lavoro di conseguenza. “La nostra attenzione è volta ad esaltare la vita biologica del suolo e a lavorare di prevenzione: mettere la pianta in condizione di equilibrio la rende più sana e resistente alle malattie.”, afferma Matthieu Taunay, enologo della Cantina. “E di conseguenza non sono necessari prodotti di sintesi. La scelta biologica di Monteverro è anche una assunzione di responsabilità nei confronti del luogo (falde freatiche e insetti impollinatori) e delle persone che ci circondano perché tuteliamo la salute dei dipendenti e dei consumatori dei nostri vini”.
In cantina
Quando le uve arrivano sane dalla vigna, il ruolo dell’enologo diventa solo di sublimare le diversità naturali che il vigneto offre, con una vinificazione meno invasiva possibile. E questo a Monteverro si traduce in microvendemmie adattate alla diversità del terroir che vengono vinificate separatamente, in fermentazioni spontanee, in procedure di rimontaggio per gravità, grazie anche ad una cantina che è stata concepita per questa tecnica. Anche la scelta del metodo di affinamento viene adattato alle singole peculiarità, con alcuni lotti invecchiati in cemento e altri in barrique di rovere francese.
Risparmio energetico
Il percorso virtuoso della tenuta, vanta anche un approccio sostenibile in termini di risparmio energetico che si concretizza in una serie di accortezze nella costruzione e nella gestione della cantina e dei vigneti: dal completo recupero di calore dei compressori di refrigerazione, all’utilizzo di uno scambiatore di calore nella ventilazione dell’edificio, fino all’isolamento di tutte le stanze di produzione con un controllo della temperatura naturale, il tutto gestito in sinergia con il lato progettuale della struttura stessa, dove vince la linearità e l’eleganza.
L’ottimizzazione delle risorse energetiche prosegue anche in vigna, con una particolare attenzione volta all’uso oculato e intelligente delle risorse idriche che si realizza attraverso: il recupero di tutte le acque delle grondaie in un bacino idrico di irrigazione; irrigazione a goccia nei vigneti per ottimizzare il consumo di acqua e irrigazione mirata dei vigneti analizzando il bilancio idrico delle piante nei vari appezzamenti (gestione dello stress idrico). Inoltre, è in progress il completamento dell’impianto di vigneti nelle vicinanze della cantina per evitare lunghi percorsi di trasporto.
Capalbio e la Maremma
Una visita in cantina è l’occasione ideale per scoprire tutti i dettagli della produzione ma è anche punto di partenza per esplorare le bellezze del territorio. Una tappa obbligata è il borgo di Capalbio, da due anni eletto Borgo bello d’Italia, con la sua caratteristica cinta muraria da cui si può ammirare la campagna circostante, l’antica pieve di san Nicola e la torre del Castello con cimeli pucciniani. A pochi chilometri da Monteverro si erge il Giardino dei Tarocchi, un parco che comprende statue ciclopiche ispirate alle figure dei tarocchi, ultimo capolavoro dell’artista franco-americana Niki de St. Phalle.
Ma c’è davvero una Maremma per tutti i gusti: le verdi colline, i villaggi secolari abbarbicati su alture brumose, siti etruschi come le enigmatiche Vie Cave, scavate nella roccia di tufo e le pendici fitte di boschi del Monte Amiata. O ancora sorgenti naturali, a Saturnia o Sovana, e una costa che alterna antichi villaggi di pescatori a località esclusive ed eleganti come Castiglione della Pescaia o i borghi dell’Argentario. A completare questo quadro, il Parco della Maremma, che ingloba i chilometri più belli e variegati di tutta la costa Toscana.
“Siamo circondati da bellezza, vi aspettiamo per condividerla”, è questo l’augurio del team di Monteverro in occasione della Giornata Mondiale della Terra.