Le aziende icona del made in Italy enoico riunite nell’Istituto del Vino Italiano Grandi Marchi scaldano i muscoli in vista della ripresa delle attività promozionali, bloccate a causa dell’emergenza sanitaria, e si preparano a ripartire proprio dall’Italia sbarcando alla Milano Wine Week.
Quattordici, in particolare, le cantine associate (Alois Lageder, Antinori, Argiolas, Cà del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera e Umani Ronchi) che parteciperanno al primo evento internazionale del 2020 interamente dedicato al mondo del vino in rappresentanza della migliore produzione vitivinicola di qualità del nostro Paese. Cantine leader che lunedì 5 ottobre saranno protagoniste di due esclusivi appuntamenti.
Si comincia con un walk-around tasting riservato a operatori, stampa e buyer, di scena dalle ore 15.00 alle 19.00 presso il nuovo Babila Building by Guastoni di Corso Venezia (su prenotazione) e si prosegue con la masterclass “Istituto Grandi Marchi: Experience Diversity of Italy”, in programma dalle ore 19.00 alle 20.30 a Palazzo Bovara (accesso solo su invito). Una degustazione guidata speciale, quest’ultima, che coinvolgerà non solo il pubblico fisicamente presente a Palazzo Bovara, ma anche operatori e giornalisti collegati online da San Francisco, con l’obiettivo dichiarato di approfondire e rafforzare i contatti con uno dei principali mercati di riferimento del vino italiano, quello nordamericano.
“La partecipazione di IGM alla Milano Wine Week – spiega il presidente dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, Piero Mastroberardino – quest’anno riveste una doppia valenza, in considerazione dell’attuale situazione sanitaria ed economica. Da una parte, quello milanese rappresenta infatti il primo appuntamento che segna la ripresa delle attività dell’Istituto e dunque un modo concreto per ritornare sulle scene e ridare slancio alla promozione della cultura e della tradizione del vino italiano di alta qualità a livello internazionale. Dall’altro, costituisce un’occasione strategica per dare un chiaro segnale di ripartenza ai mercati globali, puntando soprattutto sul ruolo trainante dei fine wines italiani per l’intero settore. Siamo consapevoli delle enormi difficoltà che il comparto vino sta attraversando in questo particolare momento storico, ma siamo altrettanto convinti che tali difficoltà, attraverso il gioco di squadra e l’organizzazione di eventi ben studiati in grado di coinvolgere in sicurezza grande pubblico, operatori e professionisti, possono trasformarsi anche in opportunità. Come Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi siamo quindi pronti a dare il nostro contributo e a fornire un supporto concreto al rilancio e alla valorizzazione della produzione vitivinicola italiana di qualità nel mondo”.
E in tal senso va visto anche l’Evento Istituzionale Annuale in programma a Roma nel mese di novembre che vedrà per la prima volta in Italia tutte le diciannove cantine di IGM con i loro titolari protagoniste di una speciale masterclass.
IL PROGRAMMA IGM ALLA MILANO WINE WEEK
Walk-around tasting
Lunedì 5 ottobre, ore 15.00 – 19.00 presso il Babila Building by Guastoni (piano terra)
Ingresso solo su prenotazione. Info:milanowineweek.com
Masterclass in collegamento con San Francisco
“Istituto Grandi Marchi: Experience Diversity of Italy”
Lunedì 5 ottobre, ore 19.00 – 20.30 presso Palazzo Bovara (sala Castiglioni)
Degustazione guidata dal giornalista enogastronomico Daniele Cernilli.
Ingresso solo su invito.
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L’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, attualmente presieduto da Piero Mastroberardino, comprende 19 tra le più rappresentative aziende del Belpaese: Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi. Una compagine in grado di esprimere un fatturato di 560milioni di euro e un valore delle vendite all’estero pari al 6% dell’intero export enologico tricolore.