Federdoc: Vino e Patto per l’Export

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Riccardo Ricci Curbastro

All’indomani della presentazione del Patto per l’Export, progetto con il quale il Governo prevede uno stanziamento straordinario di un miliardo e 336 milioni di euro a favore del rilancio del Made in Italy nella fase post emergenza, Federdoc aveva sottolineato l’importanza di un confronto immediato atto a definire al meglio il ruolo fondamentale dei Consorzi di Tutela del Vino a Denominazione in questo processo di ripartenza che fa seguito a uno dei momenti più difficili mai affrontati dal settore.

“Pur riconoscendo l’impegno del nostro Governo – spiega Riccardo Ricci Curbastro, Presidente della Federdoc, Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari di Tutela dei Vini a Denominazione di Origine italiani – e valutando in modo estremamente positivo molti degli obiettivi del progetto, avevamo ritenuto necessario ricordare come diversi degli elementi cardine del piano dovessero a nostro giudizio prevedere il coinvolgimento di realtà, come appunto Federdoc, che già da anni operano in prima linea su temi quali la promozione e l’internazionalizzazione”.

E pronta è stata la risposta del Governo e in particolare del Ministero degli Affari Esteri, dicastero che ha lavorato al Patto per l’Export e che, nella figura del Sottosegretario di Stato Manlio Di Stefano, ha voluto incontrare il Presidente Ricci Curbastro per un colloquio nel corso del quale sono stati affrontati i temi centrali del settore vitivinicolo.

“Ho trovato nell’Onorevole Di Stefano un interlocutore attento e preparato – racconta Ricci Curbastro – e molto sensibile alla realtà dei Consorzi, volano imprescindibile per la crescita del vino italiano, dentro e fuori dai confini nazionali. E’ stato un incontro propedeutico a un’attività sinergica, indispensabile per la ripresa di un settore in evidente sofferenza. Temi come cultura del vino, promozione dei territori e protezione delle nostre Indicazioni Geografiche sono stati affrontati con la promessa di un prossimo incontro che renda possibile approfondire il discorso e, soprattutto, definire una strategia vincente per la rinascita del patrimonio vitivinicolo del nostro Paese”.

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