Le misure emergenziali adottate dal Governo per contenere la diffusione del COVID-19 hanno costretto diversi settori produttivi a fermarsi quasi del tutto. La filiera vitivinicola è uno di questi: a lanciare l’allarme è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti: “Così moriamo tutti: mi faccio portavoce di una situazione, quella della filiera del vino toscano, che è diventata ormai insostenibile, anche a livello nazionale per via delle conseguenze economiche provocate dal coronavirus”.
L’appello di Busi e del Consorzio Chianti
“C’è una distanza abissale – spiega ancora Busi – tra i tanti annunci fatti dal governo, tramite le conferenze stampa quasi quotidiane, e la realtà con la quale le nostre aziende sono costrette a fare i conti giorno dopo giorno, mentre le banche sbattono loro le porte in faccia negando ogni genere di aiuto. Le nostre aziende ormai non sanno più cosa fare. Siamo costretti, per forza di cose, a proseguire le nostre attività perché l’agricoltura non può fermarsi e se abbandonassimo i nostri vigneti in questo momento ci sarebbe il rischio di non avere poi la forza per ripartire”.
“Come consorzio – aggiunge Busi – abbiamo preso decisioni drastiche, come quella di ridurre la produzione del 20%, che hanno provocato grossi danni economici alle aziende. Si tratta purtroppo di una scelta indispensabile per mantenere l’equilibrio tra il livello di produzione e la richiesta di mercato. Siamo disposti anche ad indebitarci per il bene del Paese pur di salvaguardare le nostre attività ma non lo faremo senza le garanzie che deve fornirci lo stato, incluso l’annullamento temporaneo degli accordi di Basilea”.
Busi fa poi un appello al Presidente del Consiglio Conte: “Inutile illuderci tenendoci incollati alla TV, in attesa di un aiuto che puntualmente non arriva, che si infrange contro le porte delle banche dove, in alcuni casi, le aziende si vedono persino ridotti gli affidamenti”. “Le aziende che anche in questo momento continuano a vendere – conclude Busi – lo fanno attraverso la grande distribuzione e sono molto poche mentre le piccole e medie imprese della filiera sono allo stremo: il Governo prenda provvedimenti seri e concreti e poi li potrà annunciare”.
Le contromisure del settore vitivinicolo
In effetti, la contrazione del mercato – dovuto alle misure restrittive adottate dal governo a partire dalle prime settimane del mese di marzo – rischia di mettere in ginocchio la filiera nazionale della produzione vitivinicola, dal momento che molte attività di sbocco per la vendita al dettaglio (ristoranti, pizzerie, pub, enoteche e locali simili) sono chiusi da fine febbraio e potrebbero essere gli esercizi la cui riapertura sarà ulteriormente ritardata rispetto ad altri settori.
Anche, se non soprattutto, per questo motivo, gli operatori di settore stanno prendendo svariate iniziative per reagire in maniera attiva alla stagnazione del mercato, nel tentativo di limitare il contraccolpo negativo dovuto alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Alcune delegazioni dell’Associazione Sommelier Professionisti (Campania e Milano) hanno già provveduto e digitalizzare i propri corsi mentre nel resto della penisola diverse tenute e cantine stanno promuovendo degustazioni online, riservate non solo agli esponenti della stampa specializzata ma anche appassionati e potenziali clienti.
Per chi volesse continuare ad degustare vini di qualità, il web offre ottime opportunità: in alternativa ai rivenditori fisici autorizzati, è possibile rivolgersi agli store online, come quello consultabile all’indirizzo https://www.greenwine.it. Il principale vantaggio di questo tipo di soluzione consiste nell’avere a disposizione un ampio portafoglio di vini, corredato di schede tecniche recanti tutte le caratteristiche organolettiche del vino prescelto e gli abbinamenti consigliati. Benché nulla possa sostituire l’esperienza di una visita in cantina o di una passeggiata tra i vigneti di un’azienda agricola, lo shopping online può rivelarsi fondamentale per la sopravvivenza di un settore d’eccellenza del Made in Italy.