Il Soave protagonista del grande forum sulla biodiversità che si è tenuto in questi giorni alla sede FAO di Roma e che ha posto il focus sull’importanza della preservazione della biodiversità, fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi e alla base della diversità alimentare.
E’ stato proprio nel convegno di apertura del 24 febbraio che il Direttore Generale della FAO Qu Dongyu ha dato risalto al ruolo dei siti GIAHS come esempio per l’intera umanità, delle culle di biodiversità capaci di poter prevenire e contrastare gli effetti di un clima sempre più imprevedibile.
A rappresentare i 58 siti GIAHS è stato il Consorzio Tutela Vino Soave che assieme a Enrico Ruzzier della World Biodiversity Association hanno esposto alla platea internazionale i risultati del lavoro che da ormai 5 anni il Consorzio del Soave sta portando avanti e che dal novembre 2018 è diventato anche uno degli 8 punti del piano di azione del Consorzio per la preservazione del sito “I vigneti tradizionali del Soave”.
Il progetto “Biodiversità in vigneto”, attivato dal Consorzio nel 2015 in sinergia con la World Biodiversity Association, la più importante associazione al mondo per il monitoraggio della biodiversità, non è solo una raccolta di dati su suolo, aria e acqua ma è un vero e proprio percorso di consapevolezza per i viticoltori, una sorta di percorso tracciato verso la sostenibilità in vigneto, per contrastare le minacce sempre più presenti, soprattutto di specie alloctone.
Il risultato di questo progetto è stato un progressivo miglioramento dell’indice di biodiversità in tutti i vigneti analizzati, frutto di un grande coinvolgimento della base produttiva, che si è impegnata attivamente nel seguire consigli e trovare soluzioni alternative e soprattutto innovative in vigna.
«Ciò che caratterizza questo approccio – spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio – non è l’imposizione di regole arbitrarie ma un accompagnamento verso un percorso virtuoso. I viticoltori vengono a conoscenza di nuovi modi di fare agricoltura, sperimentano in campo, vengono assistiti dai nostri tecnici e questo porta a una crescita consapevole e condivisa in piena ottica consortile. Siamo fieri quindi di essere stati scelti come modello virtuoso dalla FAO per la preservazione della biodiversità, che rimane uno dei nostri obiettivi principali»