Aspettando la Vendemmia 2019

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Siamo di fronte a un’annata certamente non canonica, caratterizzata in quasi tutta la penisola da un andamento alternato, complici anche gli effetti del cambiamento climatico: inverno secco, marzo e soprattutto aprile con temperature al di sopra della media e a ruota, ce lo ricordiamo bene, lunghe settimane fredde e piovose per tutto maggio e l’inizio di giugno. Questo ha parzialmente rallentato lo sviluppo vegeto-produttivo della vite, ma ha consentito di riequilibrare le riserve idriche in preparazione di un’estate che si sta rivelando calda, a tratti anche in modo estremo. Ad oggi sorprende in positivo la resilienza delle viti: l’annata 2019, anche se è ancora presto e si hanno davanti settimane decisive, si prospetta positiva da un punto sia qualitativo sia quantitativo. Nelle righe che seguono le testimonianze di produttori, enologi ed agronomi da alcuni dei territori più importanti per la produzione vitivinicola italiana.

Dalle isole

Iniziamo dalle isole, dove sull’Etna in Sicilia, Vincenzo Lo Mauro, Manager di Passopisciaro, racconta di un clima estremamente rigido con molte gelate in inverno e fino a primavera inoltrata, in seguito “Da giugno in poi si sono avute temperature costanti attorno ai 30°C con buone escursioni termiche la notteIl freddo ha agito anche come antiparassitario naturale, mentre l’importante riserva idrica data dalle piogge primaverili è ottima per affrontare un’estate piuttosto calda.”

Dalle terre del Vermentino di Gallura in Sardegna, Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra rileva che l’autunno e l’inverno hanno registrato temperature abbastanza miti, mentre la primavera è stata caratterizzata da temperature al di sotto della norma che hanno rallentato lo sviluppo della vite, tuttavia “le discrete riserve idriche accumulate durante questa stagione hanno permesso di recuperare il rallentamento in termini di stagione e di limitare l’utilizzo dell’innovativo sistema di irrigazione di cui dispongono le nostre vigne. Grazie ad appositi sensori e a una stazione meteo che trasmette continuamente dati ai nostri computer, riusciamo a identificare in maniera puntuale gli stati di bisogno e a intervenire solo dove e quando necessario, risparmiando acqua e trattamenti.” 

Il nord Italia

Un’altalena di temperature durante la primavera è quanto si è verificato anche in Alto-Adige dove Andrea Moser, enologo di Cantina Kaltern, racconta che l’importante ritardo nello sviluppo vegetativo è stato recuperato con l’inizio dell’estate e ora a luglio è presente “una vegetazione regolare e carico di uve buono. È anche possibile che la vendemmia slitti a settembre, mese dalle belle escursioni termiche, fondamentali per conservare l’acidità dei vitigni a bacca bianca”. 

In Trentino Anselmo Guerrieri Gonzaga di San Leonardo si sofferma sul mese di maggio che “ha registrato temperature ben sotto la media, poi finalmente il sole di giugno ha fatto riprendere le vigne, che oggi appaiono molto rigogliose e con uva sana. Come sempre è davvero troppo presto per cantar vittoria… lo faremo solo quando l’uva sarà al sicuro nelle nostre vasche di cemento!” 

Sempre in Trentino ma più a nord, Matteo Moser, enologo di Moser Trento ha registrato temperature fino a –10°C nei mesi di gennaio-febbraio, successivamente “dopo un marzo-aprile temperato, è giunta un’ondata di freddo siberiano che ha rallentato lo sviluppo delle viti. Il prosieguo dell’annata è stato piuttosto caldo e asciutto e questo ha garantito la sanità delle viti e un impiego molto limitato di trattamenti”. 

Dal Piemonte del Barolo, anche Alessandro Bonelli, enologo di Damilano, parla di “germogliamento precoce, seguito da un generale abbassamento delle temperature nella primavera inoltrata, che ha rallentato la produzione vegetativa della pianta. Maggio e giugno invece sono stati molto caldi, con temperature anche di 27-28°C mai viste negli ultimi 60 anni”, che hanno riequilibrato il ritardo accumulato in precedenza aprendo ad ottime prospettive di raccolta. 

Sul fronte bolle della Lombardia, arrivano dalla Franciacorta le parole del Responsabile Tecnico di Mosnel Flavio Polenghi: “stiamo per arrivare alla vendemmia di un’annata sicuramente impegnativa e double-face. Le piogge cadute ad inizio invaiatura, come meglio non poteva essere, hanno dato frescura e carica ai grappoli, per affrontare il rush finale. Prevediamo una vendemmia “posticipata” che permetterà alla pianta di beneficiare di una maturazione in condizioni più favorevoli e con prospettive qualitative di alto livello.”

Per Ottavia Giorgi di Vistarino di Conte Vistarino in Oltrepò Pavese invece, le temperature record “con punte di 37°-40°C a fine giugno e pochissime precipitazioni (4-10 mm) fanno presagire che l’inizio della vendemmia sarà in agosto come negli ultimi 15 anni. Al momento si prospetta una grande annata per le basi spumante, grazie alla sanità delle uve e alla qualità dovuta anche al leggero calo produttivo rispetto al 2018.

E in Toscana?

Ginevra Venerosi Pesciolini di Tenuta di Ghizzano (Terre di Pisa) racconta: “Dopo un inverno relativamente siccitoso, le piogge di maggio e giugno hanno riequilibrato il terreno che, avendo una buona percentuale di argilla, ha trattenuto bene l’umidità. Le alte temperature che sono seguite non sono state perciò un problema. I due temporali di luglio poi hanno davvero creato le condizioni ideali per un’ottima annata, sia in quantità che in qualità.”

In Chianti Classico, Alessandro François di Castello di Querceto parla di situazione ottimale “le abbondanti piogge primaverili sono state un toccasana per le riserve idriche e l’annata ad oggi è positiva sia per qualità sia per quantità”.

Giulio Carmassi, Enologo di Gagliole, invece, rileva che questo “è l’anno in cui si stanno vedendo maggiormente gli effetti del cambiamento climatico perché ogni mese sembra avere una storia a sé. Le piante per fortuna stanno dimostrando grandi capacità di resilienza”.  Il racconto di Alessandro Campatelli, di Riecine a Gaiole in Chianti è linea: “l’annata 2019 conferma che le piogge autunnali si sono spostate in primavera. Come sempre incrociamo le dita per un agosto ideale, ma le premesse per un’ottima vendemmia ci sono tutte!”

Montalcino Carlo Ferrini di Giodo osserva che “non ci sono state assolutamente malattie in vigna, condizione rara. Fioritura e allegagione hanno coinciso con il cessare delle piogge, l’allegagione è stata molto bella e si sta assistendo alla produzione di grappoli di aspetto magnifico.”  Anche Fabrizio Lazzeri, agronomo di Tenute Silvio Nardi conferma che “i presupposti per una buona annata ci sono tuttiAl momento i grappoli appaiono di medie-piccole dimensioni e non estremamente compatti. Questo favorirà la maturazione delle uve e potrà aumentarne l’aspetto qualitativo.”

Concludiamo con la voce di Donata Vieri, enologa di Fattoria le Pupille che racconta di un ottimo equilibrio vegeto-produttivo in Maremma. “Qui in inverno le temperature hanno alternato giornate fredde e secche con vento di tramontana, a giornate fresche e umide ma poco piovose. Le vere piogge ristoratrici sono arrivate in tarda primavera. Poi il caldo e il bel tempo una volta arrivati non hanno più lasciato la nostra terra.”

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