Poggio La Luna, cantina situata nel cuore della Maremma Toscana, sulla strada delle Ragnaie, tra Saturnia e Scansano, vicino Pomonte, è una delle cantine più interessanti della zona. La cantina è di recente fondazione, infatti Elisabetta Tommasoni, romana di Roma, si è trasferita in Maremma soltanto nel 2012, quindi soltanto pochi anni fa. Elisabetta ha sempre avuto un forte legame con la natura. La passione per le piante e gli animali, ad un certo punto della sua vita, l’ha spinta a fare il grande passo, e a trasferirsi definitivamente in campagna. Non a caso la sua avventura in campagna è iniziata con le api, ebbene sì fare il vino non era tra i suoi pensieri.
Arrivata in Maremma si è messa ad allevare api, e fare il miele, si è circondata di animali, cani, gatti, galline, asinelli, e via discorrendo, insomma nei 18 ettari della sua tenuta c’era abbastanza spazio per creare tutto quello che aveva sempre sognato. Nella tenuta c’era però anche un vecchio vigneto abbandonato, circa 4 ettari di sangiovese, ciliegiolo, e colorino. In un primo momento il pensiero è stato quello di recuperare il vecchio vigneto per produrre un po’ di vino per uso familiare, ma il passo verso una produzione “commerciale” è stato brevissimo vista la qualità del vino prodotto sin dalla sua prima vendemmia. Oggi a distanza di pochi anni al vecchio vigneto si sono aggiunti altri 2 ettari circa di vigneto specializzato con alcuni vitigni internazionali quali lo chardonnay, il petit verdot, il merlot e via discorrendo.
Anche se Elisabetta si occupa praticamente di tutto in azienda, si avvale per quanto riguarda l’aspetto vinicolo di un bravissimo agronomo/enologo del posto, Francesco Rossi, è lui infatti che segue tutto il percorso, dalla vigna alla bottiglia. Le viti sono allevate con il metodo biologico, e la riuscita del prodotto finale, il vino, è affidata esclusivamente al terroir, al lavoro svolto in vigna, e ad una materia prima sanissima, evitando così “aggiustamenti” in fase di vinificazione.
Poggio La Luna produce circa 20.000 bottiglie di vino all’anno, suddivise in 7 diverse etichette, ed è in una fase, trattandosi di una cantina giovane, in cui si sperimenta molto. Personalmente negli ultimi due anni ho avuto modo, e soprattutto il piacere, di degustare praticamente tutti i vini prodotti, anche di diverse annate, e posso dire che sono sempre impeccabili nello stile e nella pulizia. In ogni vino si vede la voglia di realizzare un prodotto in grado di distinguersi, dotato di una propria personalità, proprio come il vino che sto per farvi conoscere, il Morellino di Scansano DOCG vendemmia 2017.
Della vendemmia 2017 sono state prodotte appena 1.300 bottiglie, quindi una produzione molto limitata. L’uva sangiovese, appena vendemmiata, viene diraspata e sottoposta ad una leggera pigiatura. La fermentazione, senza l’uso di lieviti selezionati, è avvenuta a temperatura controllata per 10 giorni, seguita da una successiva macerazione per circa 8 giorni. Durante la macerazione sono stati eseguiti diversi rimontaggi e follature in modo da incrementare l’estrazione degli aromi. Dopo la svinatura, con pressatura molto soffice delle vinacce, per evitare estrazioni troppo aggressive, e il successivo travaso, il vino è stato affinato in barriques di rovere francese per circa 9 mesi.
Alla vista si presenta con un bellissimo colore rosso rubino intenso e riflessi violacei. Al naso risulta ricco ed elegante con sentori che ricordano soprattutto la marasca, le spezie, la vaniglia, e il sottobosco. Al palato risulta ottimamente bilanciato, rotondo, corposo, con tannini dolci ma non invadenti e dotato di un finale molto piacevole. È un vino dalle ottime potenzialità, che può dare filo da torcere ai migliori Morellino di Scansano, e addirittura anche ad alcuni Sangiovesi dell’intera Toscana. La vendemmia 2017 di questo vino è sicuramente ben riuscita, quindi se lo trovate, acquistatelo, non vi deluderà. Inoltre se vi trovate nella zona di Scansano, e vi piace trascorrere il vostro tempo libero all’aria aperta visitate la cantina di Elisabetta Tommasoni, non solo per la disponibilità della titolare, ma anche per toccare con mano cosa significa amare la natura.