I vigneti di Tenuta Carretta, storica azienda vitivinicola con sede nel Roero, a Piobesi d’Alba, sorgono all’interno del cinquantesimo sito Unesco, in alcune delle più prestigiose aree dedicate al nebbiolo e ai grandi vini piemontesi: Barolo DOCG, Barbaresco DOCG e Roero DOCG. La tenuta vinifica esclusivamente le uve raccolte nei 70 ettari di vigneto di proprietà, distribuiti tra Roero e Langhe: un patrimonio viticolo che permette all’azienda di valorizzare i territori di origine delle uve e di produrre una gamma di vini capaci di cogliere molte delle sfumature e interpretazioni dei diversi terroir.
Tenuta Carretta è una delle poche cantine piemontesi a poter vantare vigneti di nebbiolo di proprietà in ciascuna delle aree di origine delle DOC e DOCG di Langa e Roero ottenute da questo vitigno, e le etichette aziendali, assaggiate in sequenza, permettono di cogliere a fondo e in modo evidente le differenze che contraddistinguono ciascun vigneto e, di conseguenza, ciascuna denominazione.
I vigneti del Roero
Il patrimonio viticolo della Tenuta si estende per 35 ettari nel Roero ed è rappresentato da un unico, magnifico, appezzamento che si sviluppa ad anfiteatro tutto intorno alla cantina. Oltre ad essere area produttiva di grande valore, i vigneti vantano il primato di essere il primo sentiero in Piemonte di Vine-Trekking audioguidato; ciò grazie a IZI travel, un’app (scaricabile gratuitamente da chiunque ne sia interessato) che guida passo dopo passo gli enoturisti lungo il percorso realizzato tra i vigneti aziendali.
Sulla sommità del versante collinare che definisce la Tenuta troviamo il vigneto Bric Paradiso da cui deriva l’omonima etichetta di Roero: il Bric Paradiso Roero Docg Riserva. La struttura prevalentemente sabbiosa del terreno e il microclima di questa particolare area conferiscono al vino una buona struttura ma soprattutto profumi intensi e un grande e armonioso equilibrio, caratteristiche che si esprimono al meglio dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia.
I vigneti del Barolo
Tra le proprietà aziendali è compreso anche un prezioso appezzamento di 2,6 ettari a Barolo, sulla prestigiosa collina di Cannubi: qui si raccoglie l’uva destinata alla produzione dei pregiati Cannubi Barolo DOCG e Cannubi Riserva Barolo DOCG.
Cannubi è una delle menzioni geografiche più prestigiose della zona del Barolo: qui l’interazione tra suolo, esposizione al sole, ubicazione geografica e vitigno concorre a creare vini memorabili. La natura geologica del suolo di Cannubi è quella comune alla parte orientale dell’area di origine del Barolo, risalente al periodo tortoniano (Marne di S. Agata fossili): suoli sedimentari di origine marina, ricchi di sabbia, marne e con una importante presenza di calcare. Suoli ideali per la produzione di vini di eccellente struttura, complessi ma al tempo stesso di grande e raffinata eleganza.
I vigneti del Barbaresco
Nel Comune di Treiso troviamo le vigne di Cascina Bordino: 6,5 ettari vitati che si sviluppano su un versante collinare caratterizzato dalle forti pendenze. I crinali di Cascina Bordino producono uve che si prestano a vendemmie tardive e, in cantina, si avvantaggiano di lunghe macerazioni. Il frutto di questo lavoro si ritrova nel Cascina Bordino Barbaresco DOCG, un vino che fa di eleganza e complessità i suoi caratteri distintivi.
Sempre a Treiso, in località Garassino, si trova anche un bel vigneto di nebbiolo di 4,5 ettari, da cui Tenuta Carretta produce il Barbaresco DOCG Garassino, privilegiato dal fatto di essere una menzione geografica aggiuntiva “monopòle”, cioè detenuta e vinificata per intero dall’azienda di Piobesi d’Alba.
“Il vigneto è un elemento fondamentale per noi, perché è da lì che ha origine la qualità del vino – commenta Giovanni Minetti, amministratore delegato dell’azienda e del gruppo Terre Miroglio -. Nel vigneto si produce la nostra materia prima, l’uva. E l’uva è rappresentata dagli acini che, insieme con le foglie e le radici, rappresentano un laboratorio biochimico naturale estremamente sofisticato. Nell’acino c’è già scritto tutto il potenziale del nostro vino, quindi il nostro obiettivo ogni anno è quello di produrre grappoli con acini sani e perfettamente maturi, provenienti da vigneti in buona salute.
Ma la vera sfida di oggi – prosegue Minetti – è quella di continuare a creare valore in un contesto di sostenibilità, un concetto che nasce come risposta al consumo irresponsabile di risorse naturali. La nostra idea è proprio quella di produrre vino cercando di preservare le risorse naturali, quindi utilizzando metodi che permettono di lavorare per un’ottima qualità dei prodotti con il minore impatto possibile sull’ambiente.
Noi crediamo fermamente in questo principio e per questo in vigna adottiamo le tecniche di viticoltura integrata e abbiamo da tempo bandito l’impiego dei diserbanti. Per questo abbiamo ridotto al minimo anche l’impiego di insetticidi grazie all’utilizzo delle trappole a ferormoni e favorendo il ritorno nel vigneto degli antagonisti naturali, come alcune specie di uccelli e di ortotteri, adottando i protocolli previsti dal progetto “Green Experience”.
Produrre vino è relativamente facile – conclude Minetti -, mentre produrre un “grande” vino è difficile, molto impegnativo e costoso. Il segreto è quello di lavorare con passione e credere nel vino come espressione creativa dell’uomo e quindi come prodotto culturale, è interpretare la materia prima che la natura ci mette a disposizione facendo tesoro della tradizione, resa attuale assecondando la vocazione delle diverse aree viticole. È adottare tecniche colturali rispettose dell’ambiente, insieme alle più moderne tecnologie in cantina, per garantire l’igiene che sottende ogni prodotto alimentare.
Con queste premesse, mi piace pensare di produrre vini in grado di esprimere l’identità di un territorio e delle uve di origine. Vini con carattere, personalità, piacevoli e – soprattutto – buoni da bere”.