Solo il vino è in grado di creare magici legami tra le persone, in cui affetto, gratitudine e memoria si esprimono nel fascino di una bottiglia. E la bella storia di Celestino Gaspari, enologo e produttore in Valpolicella, e del Recioto Amandorlato che ha dedicato al suo Maestro, ne è l’ulteriore prova.
Anche perché il Maestro di Celestino Gaspari (classe 1963, da Bosco Chiesanuova), non è stato una persona qualunque, ma il grande Giuseppe Quintarelli (Bepi per gli amici), ossia uno dei padri della Valpolicella enologica. E, per di più, era anche il suocero: Celestino si è infatti sposato con la figlia più giovane, Mariarosa.
Bepi Quintarelli è mancato nel 2012 e l’anno scorso avrebbe compiuto 90 anni. Celestino Gaspari gli ha voluto dedicare un nuovo vino, in ricordo di una delle esperienze più importanti fatte lavorando con lui nella sua azienda dal 1987 al 1997, il Recioto Amandorlato, un vino ormai quasi scomparso (tanto che non compare più nel disciplinare) ma che esprime la sintesi tra quello che è stato il grande Recioto prima e quello che è il grande Amarone, perla della produzione veronese, oggi.
Il Recioto Amandorlato
Il Recioto è un vino passito rosso dolce, ottenuto con le uve Corvina Veronese (Cruina o Corvina), Corvinone e Rondinella, a cui se ne possono aggiungere altre in misura minore. Le uve vengono appassite almeno fino al 1° dicembre. La fermentazione degli zuccheri in alcool si interrompe spontaneamente ottenendo un vino dolce. Il Recioto rappresenta l’anima di Verona: è il vino che si trova in ogni casa, che si offre agli ospiti in visita, che si beve anche con funzione medicinale e che tradizionalmente veniva regalato alle puerpere!
Il Recioto Amandorlato, sconosciuto ai più, si può raccontare come una via di mezzo tra Recioto ed Amarone. È stato tolto come tipologia dal disciplinare: le pochissime aziende che lo producono lo presentano semplicemente come un Recioto, ma con il minor residuo zuccherino possibile. Alcuni lo paragonano a un Porto: si caratterizza per una piacevolissima nota amarognola finale.
Recioto della Valpolicella DOCG Classico 2011 Amandorlato – ‘’Al mio Maestro…‘’
È un Recioto dell’annata 2011 il vino che Celestino Gaspari ha voluto dedicare a suo suocero, il grande Bepi Quintarelli. Un Recioto Amandorlato, una delle massime espressioni della tradizione della Valpolicella, ed anche il primo Recioto che la cantina Zymè mette sul mercato, a ulteriore riprova di quanto Celestino tenga a ricordare il Bepi. ‘’Al mio Maestro…’’ è la dedica che compare in etichetta, poche e semplici parole in grado di raccontare il legame tra i due.
Prodotto in 1.500 bottiglie da 0,5 l, è un uvaggio di Corvina e Corvinone (60 %), Rondinella (30 %), Molinara (5 %) e Croatina (5 % ). Dopo l’appassimento le uve vengono vinificate in cemento, dopo circa 20 giorni passano in fusti di rovere di Slavonia di dimensioni tra i 350 e i 500 l, per maturare fino a maggio 2017, quando viene imbottigliato.
Si caratterizza per la frutta matura ma croccante, lineare e preciso nei sentori di ciliegia, mora di Carzano, prugna, ribes nero e mirtillo, accompagnato da una importante speziatura, con evidenti note pepate. Al sorso è molto piacevole, morbido nei tannini, con una dolcezza supportata da una leggera volatile e da una straordinaria acidità che ne aumentano esponenzialmente la bevibilità.
Celestino Gaspari
Nato il 14 febbraio 1963 a Bosco Chiesanuova (VR), è stato legatissimo a nonna Celestina, che gli ha fatto da seconda madre. Diplomatosi in agraria a Verona, ha lavorato nel settore zootecnico e si è dedicato alla vigna che la famiglia possiede dagli anni ‘70 nei momenti liberi. La vera esperienza a livello enologico l’ha compiuta lavorando con Quintarelli dal 1987 al 1997. Ha iniziato a lavorare con Bepi Quintarelli sposando l’ultima delle figlie, Mariarosa. Dopo si è dedicato alla consulenza, contribuendo in modo determinante alla nascita e allo sviluppo di diverse aziende, tra cui ricordiamo Villa Monteleone, Tenuta Sant’Antonio e Marion. Nel 1999, ha iniziato la produzione a marchio Zymè con il suo primo vino ‘’Harlequin’’come sfida personale, per fare progressivamente di Zymè la realtà attuale.
“Da Bepi, racconta Celestino Gaspari, ho imparato prima di tutto come si fa un vino, anzi un grande vino. Mi è sempre piaciuto pensare al lavoro in vigna e in cantina con un etica del lavoro e del rispetto del terreno, cercando di restituire alla vigna qualcosa di ciò che ci dà, senza avere come unico obiettivo il successo ed il profitto, ma cercando di migliorare il territorio. Solo in questo modo i risultati arrivano, e con il tempo il tuo impegno e la tua attenzione emergono”.