Nasce Zegla, il progetto Cru Made in Collio

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Progetto Zegla Cru

Se il Collio è universalmente riconosciuto come una delle enclave di qualità del vino, a livello mondiale, Zegla, minuscola frazione di Cormòns sconosciuta ai più, ne rappresenta il fiore all’occhiello. Un terroir che sembra nato apposta per la produzione di vini di qualità: colline bellissime, a pochi metri dal confine sloveno; una “base” di marna arenaria mista ad argilla, il Monte Quarin a proteggere le vigne, escursioni termiche importanti.

Proprio da queste considerazioni nasce il “Progetto Zegla Cru”, che vede in prima fila tre importanti produttori della zona: Renato Keber, Michele Blazic e Kristian Keber, i quali hanno messo a punto un vero e proprio disciplinare, con regole precise e condivise, volte alla ricerca di una qualità estrema per la realizzazione di vini che siano autentica espressione di queste colline.

“Le uve, 100% Tocai Friulano – spiegano – dovranno provenire esclusivamente dalle vigne di Zegla. Tre giorni di macerazione e quindi avvio di fermentazioni con lieviti autoctoni, affinamento in legno per 2/3 anni. Infine le bottiglie vengono messe a dimora per 5 anni”.

Il vino inoltre sarà prodotto soltanto nelle annate migliori e messo in commercio con un’etichetta comune (bellissima, frutto del talento di Maurizio Armellin, grafico e artista già molto attivo sul territorio) che vedrà il nome della singola cantina esclusivamente nella retroetichetta.

La serata di presentazione, avvenuta alla presenza del Sindaco di Cormòns, Roberto Falcaro, e con un “padrino” d’eccezione come Alessandro Scorsone, celebre sommelier impegnato da anni nella promozione e divulgazione del vino, ha evidenziato l’alto standard qualitativo dei vini proposti e messo in luce, pur in una omogenea linea “filosofica”, le differenze tra le diverse cantine.

“I vini esprimono le nostre diverse personalità – sottolineano i tre pionieri dello Zegla Cru – ma nel contempo raccontano in modo preciso le peculiarità di questo terroir, la nostra passione per il Friulano che molti di noi continuano a chiamare Tocai, un vitigno che rappresenta al meglio le nostre genti, la nostra storia, la nostra cultura”.

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