Barolo, eccellenza piemontese e preziosa espressione delle Langhe

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Cru di Barolo

Il Barolo, vino capace di rivaleggiare con le più pregiate bottiglie internazionali, rappresenta il cuore pulsante dell’area vitivinicola delle Langhe e deve le sue eccezionali caratteristiche organolettiche al vitigno Nebbiolo. Già apprezzate nel XVII Secolo, le uve Nebbiolo sono utilizzate in purezza per la produzione del vino Barolo, con le diverse sottovarietà: Lampia, Michet e Rosè.

La qualità di questo vino ha imposto, sin da tempi antichi, un’attenzione particolare ai controlli e un grande impegno nella tutela: già agli inizi del secolo scorso si sentiva la necessità di promuovere la grandezza di questo vino e di difenderlo da frodi e contraffazioni. Nel 1934 è stato a tale scopo istituito il “Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero” e, dal 1980, al Barolo è stata conferita la denominazione di origine controllata e garantita (la DOCG).

Come stabilito dal Disciplinare – la cui redazione originale risale al 1966 – i comuni in cui si produce il vino Barolo sono 11, su un’area di circa 1700 ettari: Cherasco, Verduno, Roddi, La Morra, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, Diano d’Alba, Barolo, Novello, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba. Sono questi magici territori a regalarci quello che, negli ultimi anni, è stato definito “il Re dei Vini, il Vino dei Re”: ogni bottiglia e ogni annata sono espressioni uniche e differiscono per gradazione, aromi e struttura.

In linea generale, il Barolo si caratterizza per un colore rubino trasparente, che può assumere sfumature aranciate e color granata con l’invecchiamento; altra caratteristica distintiva è il bouquet di aromi che spaziano dai piccoli frutti rossi – lampone, ribes e ciliegie in particolare – fiori, spezie, cuoio, pepe verde, noce moscata e liquirizia. Degustare un bicchiere di Barolo è un’esperienza che vi porterà con la mente alle Langhe e ai profumi tipici della sua terra, come le nocciole, le foglie e il tartufo.

Vino di grande struttura, con gradazione minima di 13°, il Barolo è capace di evolvere nel tempo senza perdere le sue preziose caratteristiche organolettiche: secondo il Disciplinare, il periodo minimo d’invecchiamento è di 36 mesi, di cui 24 in botti di rovere o di castagno; il Barolo sottoposto a un periodo di invecchiamento più lungo – non inferiore ai 5 anni – può riportare la definizione di “Riserva”.

Anche in cucina, il Barolo sa farsi valere: così ricco e intenso, si abbina perfettamente a piatti e prodotti con un carattere affine, con piatti strutturati e, in molti casi, a eccellenze gastronomiche del Piemonte. Carni rosse, arrosti, brasati e anche formaggi molto stagionati ne esaltano al meglio la struttura e le peculiarità aromatiche. Il Barolo è inoltre utilizzato spesso come prezioso ingrediente di alcuni grandi piatti della tradizione piemontese, come il Brasato al Barolo o il risotto al Barolo con noci e taleggio.

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