Si è appena conclusa l’edizione 2017 del Vinitaly, la più grande fiera internazionale di vini e distillati. Verona e dintorni salutano il grande successo della manifestazione enologica che, quest’anno, ha visto trionfare anche il cosiddetto ‘fuori salone’. Festa del vino anche sul Lago di Garda, celebre per le produzioni di Bardolino Classico e Lugana, ma vicinissimo anche alla Valpolicella veronese.
Bardolino e le tante sue sfumature – dal rosso autoctono allo Chardonnay, fino al magnifico Chiaretto, il rosato più venduto del Nord Italia. La sponda veronese del Benaco ha accolto nei giorni 7-11 aprile scorsi l’edizione in outdoor del Salone del vino, che ha così varcato le mura della Fiera di Verona approdando in riva al lago con le più note cantine venete. Impossibile sarebbe passarli in rassegna tutti, ma quanto meno tenteremo di descriverne alcuni dei vini più pregiati e perfettamente abbinabili ai piatti di pesce d’acqua dolce.
In attesa d’apertura stand, a Bardolino è piacevole concedersi una pausa pranzo a base di pesce alla griglia. C’è la trota, c’è il luccio, ci sono le sarde di lago spesso servite anche con la pasta ed abbinate ad un freschissimo calice di Lugana. Eccellente bianco 2015 dall’aspetto esteriore dorato, coltivato esclusivamente nella fascia sud del Garda (tra Peschiera e Desenzano). Ma c’è anche il Soave, vino dell’entroterra est veronese al confine con il vicentino.
Fra le Doc locali troviamo un altro vino bianco leggero e morbido, gradevole accanto all’ottimo lavarello alla griglia pescato nelle acque del Benaco. Stiamo parlando del Custoza, nome evocativo vista la vicinanza con la località dove gli austriaci inflissero a Carlo Alberto di Savoia la prima pesante sconfitta militare del periodo risorgimentale. Colore giallo quasi dorato, giovane, dall’annata 2016 benedetta da quasi tutti i vignaioli italiani. Servito in caraffa rigorosamente freddo, il Custoza è uno dei vini veneti maggiormente richiesti anche nel corso del fuori salone.
Stand e cantine in mostra sul lungolago di Bardolino, con degustazioni triple a scelta fra il rosso omonimo della cittadina lacustre – ottimo con carni rosse – il rosato appunto detto Chiaretto di Bardolino, Soave (per il bianco) e Valpolicella (rosso) d’ogni genere. Un ottimo calice di Valpolicella Ripasso, ad esempio, è l’accostamento più indovinato di un rosso locale con un piatto di tagliatelle al ragù di manzo o con formaggi e salumi locali. Dal salame (la stortina veronese) al Monte (formaggio stagionato), tutto coincide con un rosso autoctono dalle note floreali, color rubino malgrado l’invecchiamento, piuttosto corposo, di struttura. Gradazione alcolica che arriva persino al 14,5 % – nel caso del citato Valpolicella Ripasso Doc 2014.
Un’area famosissima anche per la produzione del re dei vini veneti, l’Amarone. Re incontrastato anche durante Vinitaly, apprezzato addirittura da russi e cinesi, o da chiunque sia disposto a spendere fra i 40 ed i 60 euro a bottiglia. Presenti tutte le maggiori cantine ed aziende produttrici di Amarone, di Valpolicella e oltre. Il Veneto è anche terra di prosecchi, più verso est. Ma non ci dilunghiamo addentrandoci nell’area cerniera fra il trevigiano e le pianure del Friuli, anch’esse rappresentate in maniera egregia a Verona. Soffermandoci sull’area ovest fra la città scaligera e il Garda, è impossibile non notare la varietà di vini e grappe che campeggiano sugli scaffali di negozi ed enoteche. Vini talvolta frutto di Trebbiano, Chardonnay e Valpolicella – come uve autoctone – ma non solo. L’indicazione geografica è d’obbligo, per non confondersi, soprattutto in aree così variegate come quella in questione.
La sorpresa però arriva come sempre nel finale: il passito. Anche il Veneto è capace di offrire un ottimo passito, Voluttà. Un vino dolce ma tenue, non eccessivamente zuccherino, ottimo al fianco di una fetta di crostata alla frutta a fine pasto. È così che si chiude dunque Vinitaly, con grande successo per la regione Veneto e le sue cantine, dando appuntamento a tutti per il 2018.