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7 Aprile 2025

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Staffolo in un libro

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Venticinsei tappe in altrettante aziende vitivinicole italiane d’eccellenza per raccontare il presente e il futuro dell’enologia del nostro paese. E’ il percorso raccontato nel volume “Il grande viaggio nel vino italiano” (Slow Food Editore), che esce in questi giorni in libreria e racconta anche un angolo vocato delle Marche. A rappresentare la regione del Verdicchio e del Pecorino, della Lacrima di Morro d’Alba, del Montepulciano e degli altri vitigni autoctoni dal grande potenziale distribuiti dal Metauro al Piceno è stata scelta l’azienda agricola La Staffa di Staffolo (Ancona) guidata da ventiseienne Riccardo Baldi.

Nel libro viene riscostruita la storia di Baldi, soprannominato “l’enfant prodige di Staffolo”, dal primo passo fatto nella vigna di famiglia avvenuto soli cinque anni fa fino ai riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti con i due Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore “La Staffa” e “Rincrocca”, capaci di scalare le classifiche delle principali guide e riviste del settore in Italia, Stati Uniti e Inghilterra.

“E’ stata davvero una bella sorpresa scoprire di essere stato scelto come azienda simbolo della crescita e delle prospettive dell’enologia marchigiana – commenta felice Riccardo Baldi – ed è un’importante iniezione di fiducia per proseguire lungo la strada intrapresa. Il mio Verdicchio si può riassumere con tre aggettivi: artigianale, biologico e classico. Il rispetto della tradizione e della natura, uniti a minimi interventi in vigna e in cantina, sono il modo in cui cerco di fare esprimere in pienezza il territorio di Staffolo in ogni bottiglia”.

Nel capitolo del libro in cui si parla delle Marche non mancano anche i riferimenti ad alcuni personaggi noti dell’enogastronomia locale, dal vignaiolo Lucio Canestrari della Fattoria Coroncino (sempre a Staffolo) al ristoratore Andrea Tantucci della Trattoria Gallo Rosso (Filottrano).

Copertina - Il grande viaggio nel vino italiano

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