La famiglia Muratori arriva in Val di Cornia (nell’alta Maremma Livornese) alla fine degli anni Novanta, acquisendo 100 ettari di cui 72 vennero vitati. Venne edificata una cantina ipogea, costruita cioè nel totale rispetto del paesaggio preesistente, per vinificare i vini rossi di Rubbia al Colle. La DOC Val di Cornia già esisteva ed era prevista anche la sottozona Suvereto, che rappresentava il riconoscimento di un’area. Oggi Suvereto è diventata DOCG, una denominazione molto piccola se si pensa che in totale sono solo 300 ettari suddivisi in 262 aziende vitivinicole. Rubbia al Colle possiede circa 40 ettari vitati all’interno del comune di Suvereto, quindi circa il 13% del totale della denominazione.
La famiglia Muratori arriva in Val di Cornia (nell’alta Maremma Livornese) alla fine degli anni Novanta. Dalla Franciacorta sono quattro ore d’auto abbondanti per raggiungere Suvereto, non esistono comodi collegamenti via treno o aereo, ma il paesaggio toscano da sempre affascina la famiglia. Le sinuose e tranquille colline che alternano vigne, cipressi ed ulivi ammaliano i Muratori che decidono di investire in Toscana acquisendo 100 ettari. Dei 100 ettari di proprietà circa 72 vennero vitati tra il 1999 e il 2002 con cloni di uve a bacca rossa. Vennero scelte varietà italiche (Sangiovese e Ciliegiolo) e di taglio bordolese (Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah).
Quando nacque la Tenuta Rubbia al Colle, la DOC Val di Cornia già esisteva. All’interno dell’area della DOC, era prevista però anche la sottozona Suvereto che rappresentava, in pratica, un riconoscimento di un’area di particolare importanza e ricca di differenze potenzialmente da valorizzare.
La famiglia Muratori conosceva bene il valore del territorio, in particolare Francesco Iacono (viti-enologo delle Tenute dell’Arcipelago Muratori) ci aveva lavorato, l’aveva studiato, l’aveva potuto apprezzare nella sua dimensione pedologica e climatica. Dal 1999 è passato tempo, dapprima si è vinificato in una cantina provvisoria per poi passare nel 2007 nella “cantina che non c’è”, una cantina ipogea, costruita nel totale rispetto del paesaggio preesistente. Qui è stata applicata tutta l’esperienza per fare del vino di Suvereto la propria volontà; sì perché Suvereto si è rivelato senza dubbio la zona dove le uve danno il loro meglio. Il Sangiovese si è espresso nei suoli tenaci capaci di immagazzinare acqua, Cabernet e Merlot hanno trovato spazio nei terreni scistosi e drenanti dell’alta collina. I numeri fanno della Val di Cornia un piccolo laboratorio di qualità: circa 600 ha in totale di cui a Suvereto, circa 300. Di questi 600 ha 72 sono quelli di Rubbia al Colle (12%): circa 30 ha nella più vasta area della Val di Cornia e circa 40 nel comune di Suvereto (13%).
E per trasformare questa terra da laboratorio a patrimonio è arrivato il riconoscimento della DOCG che ha visto la famiglia Muratori protagonista anche nella definizione dei dettagli relativi alle regole di vinificazione, affinamento, assemblaggio varietale. SUVERETO, quindi, non è più una sottozona della DOC Val di Cornia, ma è una DOCG autonoma perché il territorio è diverso, ricco, poliedrico, affascinante nelle sue possibili espressioni enologiche. La DOCG come mezzo per comunicare la qualitativa diversità senza pensare ai discorsi di promozione marketing e di economie di scala; cioè NON grandi numeri per creare un marchio, ma GRANDE eccellenza per far crescere un territorio. Questo è il significato della SUVERETO DOCG che a Rubbia al Colle vogliamo realizzare. OLPAIO Suvereto DOCG è il primo esempio di vino che vuole interpretare appieno questa filosofia, una scelta a cui ne seguiranno altre, volte a dimostrare come i Muratori abbiano scelto di credere in questa nuova denominazione.
Superficie vitata in Val di Cornia*
Comune | Ettari vitati | Numero Aziende |
Suvereto | 301,83 | 262 |
Piombino | 186,6 | 355 |
Campiglia Marittima | 105,94 | 246 |
Totale: | 594,37 | 863 |
*Dati del Sesto Censimento Agricoltura Regione Toscana del 2013
Nota. Su 2000 ettari della Provincia di Livorno solo 800 sono DOC, il resto (1200 ettari) sono IGT
OLPAIO Rubbia al Colle Suvereto DOCG 2013
Dopo 14 anni di vita, l’Olpaio oltre a diventare SUVERETO DOCG cambia etichetta.
Note vendemmiali. Dopo la vendemmia 2011, passiamo alla 2013. Da quando l’Olpaio è diventato Suvereto DOCG (vendemmia 2011), è prevalentemente Merlot e, nel 2012, questo vitigno è maturato molto precocemente, dando sì molti zuccheri e colore, ma perdendo anche le sue caratteristiche balsamiche/erbacee. Così, abbiamo deciso di passare direttamente al 2013 che è stata un’annata nuovamente abbastanza piovosa, che ha ricordato il 2011. Il Merlot, che principalmente dà origine al nostro Olpaio, è piantato nelle zone pedecollinari della Tenuta di Rubbia al Colle, con terreni pesanti in superficie, ma drenanti/sabbiosi in profondità. In questo modo, non abbiamo mai ristagno idrico ma ugualmente forza e vigore. Olpaio 2013 è in continuità con lo stile di questa referenza, che è oramai tradizione: bel colore vivo, morbido, come un Merlot sa essere, dotato di buona acidità che lo rende gradevole in bocca; il legno delle barrique, al secondo/terzo passaggio, lo armonizza e bilancia nelle vene aromatiche tipiche di un Merlot di zone calde, ma mai stramaturo: frutti rossi, leggermente erbaceo, balsamico e vivo. Con l’annata 2013, il vino principe della tenuta Rubbia al Colle mostra la qualità che ha fatto divenire Suvereto non solo una DOC ma una DOCG, da far conoscere ed apprezzare.