Tre panchine giganti color Barbera Passum posizionate nei vigneti panoramici e a disposizione di tutti i visitatori: sono la novità 2016 a Cascina Castlèt, l’azienda vinicola di Costigliole d’Asti con trenta ettari di filari. La vignaiola Mariuccia Borio cercava un modo originale per festeggiare i 40 anni del Passum, la sua Barbera d’Asti che viene prodotta selezionando accuratamente le uve, e si è rivolta alla mente creativa di Chris Bangle, l’artista americano che ora vive e lavora a Clavesana. Bangle è diventato famoso per disegnare panchine “fuori scala”.
“Ci è piaciuta l’idea di fondo – spiega Mariuccia – il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina, fa sentire chi si siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo”. E aggiunge: “Ci piace anche il concetto di un’esperienza che tutti possono condividere e sperimentare venendo sulle nostre colline”.
E’ già arrivata la prima panchina gigante: sarà posizionata il domenica 1° maggio nel nuovo vigneto dell’azienda, laddove nell’800 il Marchese Filippo Asinari piantò per la prima volta in Italia una vite di Chardonnay. La panchina sarà dedicata al Marchese, uomo colto e vignaiolo lungimirante. Le altre due sono in costruzione: arriveranno tra l’estate e l’autunno.
Intanto per Cascina Castlèt, si apre un anno di impegni in Italia e all’estero: si comincia dal 13 al 15 marzo al ProWein 2016, il salone enologico di Dusseldorf, nella collettiva di Piemonte Land (Padiglione 15, stand A41, desk 37). Debutteranno le nuove annate: Chardonnay Ataj 2015, Castletrose’ 2015, Barbera d’Asti docg 2015, Goj Barbera Monferrato 2015, Moscato d’Asti docg 2015, Litina Barbera d’Asti docg superiore 2012, Passum Barbera d’Asti docg superiore 2012 e Policalpo Monferrato Rosso 2012
Dal 10 al 13 aprile Cascina Castlèt sarà al Vinitaly 2016 di Verona: lo stand è nel Padiglione 10 Piemonte stand L3 (ex F3).
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Cascina Castlèt ha 30 ettari di vigna. I vitigni coltivati sono: Barbera, Moscato, una piccola parte di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino. Da anni Mariuccia Borio crede e scommette sulla terra e sulla ricerca, prima sui passiti, poi sull’Uvalino, un’uva antica e rara. I vini vengono bevuti in 15 Paesi esteri: l’export rappresenta l’80% della produzione. L’azienda produce energia pulita con un impianto fotovoltaico e utilizza un moderno impianto di fitodepurazione naturale delle acque reflue di cantina.