La guida “Vitae” 2016 individua nel vino della cantina Roberto Zonin l’espressione più tipica e rappresentativa del Veneto. Il vino più rappresentativo del Veneto è il Vin Santo di Gambellara. E’ quanto emerge dalla guida “Vitae” 2016 dell’Associazione italiana sommelier, che ogni anno recensisce e racconta le etichette nazionali più importanti assegnando non solo una valutazione di merito, ma anche il premio “Tastevin”, un riconoscimento attribuito ai viticoltori che sono stati in grado di valorizzare un vitigno poco compreso o di dare nuovo valore a un territorio. A ottenere questa menzione speciale tra i vini premiati dai sommelier con le “Quattro viti”, il massimo del punteggio attribuito, è stato il Vin Santo di Gambellara 2003 dell’azienda vitivinicola Roberto Zonin. Per questo prodotto tipico del territorio si tratta di un’importante conferma: nella precedente edizione della guida il Vin Santo di Gambellara dell’azienda agricola Marchetto Luciano aveva ottenuto il massimo punteggio tra i vini veneti insieme a due Amarone della Valpolicella.
“Oro fuso, affascinante – si legge nella guida – Regala ampiezza olfattiva con percezioni di caramella d’orzo, noce moscata, cannella, poi liquore di amaretto, fiore di sambuco, miele di brugo e fichi, su sfondo agrumato di chinotto e mineralità basaltica. Il caleidoscopio prosegue al gusto con evocazione di ginestra passita, giuggiola e croccante, note di tamarindo e uva passa. Il palato è dolcissimo magma di sapidità e freschezza, fusi in audace equilibrio. Chiude con grande persistenza, intrigante, su sfumati ricordi di Drambuie”.
La tradizione del Vin Santo nel territorio di Gambellara va di pari passo a un importante progetto di sperimentazione condotto dal Consorzio Tutela Vini Gambellara in partnership con diversi enti e aziende territoriali. In particolare, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Verona è stato possibile individuare il lievito indigeno mai catalogato prima e legato indissolubilmente al territorio di Gambellara (“Zygosaccharomyces gambellarensis”) in grado di rendere unico il Vin Santo di Gambellara.
Sono stati isolati inoltre altri cinque ceppi di lieviti autoctoni in grado di ottimizzare la fermentazione e contrastare l’acido acetico che può conferire al vino odori e sapori negativi. Nel 2010 sono partite le prime produzioni sperimentali di Vin Santo tramite microvinificazioni che hanno coinvolto nove aziende produttrici di Vin Santo della Denominazione ed è iniziato il format “Sapore di Vin Santo”, un ciclo di degustazioni aperte al pubblico in cui presentare il progetto e far gustare direttamente e in anteprima i vini sperimentali per sostenere lo sviluppo della ricerca.